Serie A, i ritardatari: la stratega di Juve, Milan e Inter

di Claudio Savellimercoledì 23 luglio 2025
Serie A, i ritardatari: la stratega di Juve, Milan e Inter
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C’è un motivo se Juventus, Milan e Roma sono in ritardo rispetto a Napoli e Inter. Anzi, ce ne sono diversi. Tutte e tre hanno cambiato gli uomini che conducono il mercato mentre le prime della classe sono andate in continuità. Tutte e tre lo hanno fatto in ritardo. La Juventus ha annunciato Comolli come direttore generale a campionato terminato e Modesto come direttore tecnico a mercato iniziato (il ds ancora manca); il Milan ha perso mesi nei “casting” per poi ufficializzare Tare negli ultimi giorni di maggio; la Roma ha detto addio a Ghisolfi soltanto il 18 giugno scorso per poi ingaggiare in corsa Massara. Alle tempistiche aggiungiamo il fatto che Comolli, Tare e Massara si sono inseriti nei tre scenari peggiori per operare sul mercato: la Juventus ha diversi macigni a bilancio che rendono infattibili i grandi acquisti, il Milan aveva metà rosa da smaltire, la Roma aveva i paletti della Uefa da rispettare.

Ripartiamo dai bianconeri: a Vlahovic che pesa oltre 40 milioni nel costo rosa (tra ultimo ammortamento e ingaggio mostruoso) va aggiunto Arthur che ne cuba 16, più Djalò e Douglas Luiz che non si riescono a vendere. Mbangula e Weah stanno per partire (rispettivamente verso il Werder Brema per 10 milioni più 2 di bonus e verso il Marsiglia in prestito con obbligo di riscatto a 15 milioni) e potrebbero sbloccare Sancho (non convocato per la tournée dello United negli Stati Uniti), ammesso che abbassi le pretese di ingaggio. La Juventus finora ha battuto soltanto un colpo e mezzo: a Jonathan David, che era svincolato, si aggiunge Conceicao, che in rosa c’era già ma che solo da ieri è ufficialmente bianconero in cambio di «30,4 milioni al Porto più oneri accessori da 1,6 milioni».

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La sensazione è che non si riesca a fare lo stesso con Kolo Muani perché il Newcastle fa sul serio, così Comolli e Modesto hanno chiesto allo United informazioni su Hojlund. Risposta: servono 50 milioni. Impossibile se il Milan non proverà davvero a prendere Vlahovic. Ma pure il Milan fatica a muoversi con tutti quei pesi. Pobega è tornato al Bologna in prestito con obbligo di riscatto a 8 milioni, Emerson Royal ha aperto al Besiktas ma poi ci sono Bennacer (si spera nell’Arabia), Adli (Sassuolo e Torino interessati), Okafor, Musah e Chukwueze da smaltire. Praticamente mezza rosa. Prima Tare ha dovuto cedere Reijnders e ha deciso di monetizzare quanto possibile da Theo, chiudendo intanto Modric e Ricci. Tare sta provando a dare ad Allegri i quattro titolari che mancano: Estupiñan è cosa fatta per 18 milioni più 2 di bonus al Brighton mentre a destra è stato bocciato Pubill e si proverà a tornare su Singo, ex Torino ora al Monaco, perché Guela Doué costa troppo. Poi si darà l’ultimatum al Bruges per Jashari e si proverà a convincere sia la Juventus sia Vlahovic a dimezzare le pretese: 10 milioni anziché 20 per il cartellino, 6 milioni all’anno anziché 12 per il serbo.

La Roma aveva una situazione ancor più complessa. A giugno doveva rientrare di 30 milioni di plusvalenza e ora opera comunque sotto la lente dell’accordo con la Uefa. L’accelerata è arrivata soltanto dopo il richiamo di Gasperini. Chiusi El Aynaoui ed Evan Ferguson, toccherà a Wesley: l’esterno destro 21enne è affare fatto per 25 milioni più 5 di bonus e arriverà tra oggi e domani perché è stata data la possibilità al Flamengo di trovare prima il sostituto. A stretto giro arriverà Daniele Ghilardi dal Verona (circa 12 milioni) che aveva ben impressionato con l’Under 21 italiana. Infine, mollato Rios, il nome per la mediana è diventato Deossa, 25enne colombiano del Monterrey che ha una clausola da 16 milioni. Gasp è il primo ad aver alzato la voce e sembra aver ottenuto qualcosa. Allegri ancora non ha giocato questo jolly e chissà se Tudor lo farà domani, giorno di raduno. Questo è il primo stress-test. Da qui si capisce quanto sono allineate le dirigenze e gli allenatori.

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