Sul “tecnico” Cristian Chivu ognuno può avere la sua legittima opinione («Per me è bravo», «Per me non va bene», «Per me boh»), ma in attesa che il campo ci offra doverose risposte abbiamo una prima indicazione netta: l’ex tripletista dell’era Mourinho sa ben comunicare. E non è poco. Niente giri di parole, tante indicazioni, qualche legittima supercazzola in una conferenza - quella andata in scena ieri ad Appiano Gentile - che è una chiara dichiarazione d’intenti: «L’obbligo è di mantenere questo club ai vertici a prescindere dai titoli vinti a fine stagione. Slogan come quello di Conte? Non abbiamo l’obbligo di copiare nessuno o di lanciare uno slogan.
Dobbiamo solo lavorare». Dichiarazioni in linea con patron Giuseppe Marotta, intervenuto pochi istanti prima per ribadire un concetto: «Non ci nascondiamo dietro le solite frasi fatte come fanno altri: noi vogliamo vincere. Se non ce la faremo vorrà dire che gli avversari saranno stati più bravi, ma l’obiettivo è quello». Il tecnico, incalzato sulle faccende tattiche, chiarisce i suoi principi quanto a “impostazione”: «Modulo? I numeri lasciano il tempo che trovano, la nostra intenzione è essere diretti, verticali e mantenere il più possibile l’equilibrio».
Inter, clamoroso Chivu: al sorgere del sole...
Chi dorme non piglia titoli e allora il giorno zero della nuova Inter comincia presto. Non c’è tempo da per...E ancora: «A centrocampo potremo giocare a tre come a due, dipenderà dai momenti e dall’avversario, mi immagino una squadra più ibrida». Un messaggio diretto ai suoi giocatori, chiamati a vivere una stagione in cui la duttilità e la capacità di essere “malleabili” faranno la differenza nelle scelte. Chivu crede nel gruppo («è solido e consapevole, vogliamo tornare a essere competitivi come abbiamo fatto negli ultimi anni. Da allenatore ed ex giocatore so che la differenza la fanno i giocatori») e risponde anche sul mercato: «Io e la società siamo sempre in contatto per stabilire quello che ci serve. Condividiamo le stesse idee, siamo sempre aperti a nuove opportunità».
La palla passa inevitabilmente a Giuseppe Marotta, chiamato a dare una risposta alla domanda delle domande: arriva Lookman? Il presidente nerazzurro è diretto che di più non si può: «Lo vogliamo perché è un giocatore adatto al nostro modello, ma è un tesserato dell’Atalanta, club a cui dobbiamo massimo rispetto. In ogni caso non è l’unico: se in 2-3 giorni non troveremo le condizioni per chiudere andremo su altri profili». Si gioca a carte scoperte: oggi Marotta e Percassi torneranno a parlare per capire se ci sono i margini per la fumata bianca. I nerazzurri alzeranno la prima offerta da 40 milioni a 43 + bonus e capiranno se il lavoro degli agenti del nigeriano è servito per ammorbidire la posizione della Dea: in caso positivo Chivu avrà il suo pezzo pregiato per l’attacco, viceversa si virerà su alternative con caratteristiche simili.
E poi Leoni, altro nome stra-accostato ai nerazzurri? Marotta getta acqua sul fuoco del mercato: «È un giocatore del Parma, sinceramente non abbiamo avviato nessuna trattativa con loro. Farebbe comodo a tanti, ma le priorità al momento per noi sono altre. Vedremo cosa potrà succedere...». Fine della fiera o, meglio, siamo solo all’inizio: ieri è nata l’Inter di Cristian Chivu, oggi sapremo se il mercato porterà una ciliegiona sulla torta con le fattezze del signor Lookman Ademola.