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Walter Sabatini: "Napoli, Inter o Roma: lo scudetto è tra loro"

di Leonardo Iannaccisabato 18 ottobre 2025
Walter Sabatini: "Napoli, Inter o Roma: lo scudetto è tra loro"

3' di lettura

Dal suo osservatorio privilegiato, ossia il salotto di casa, Walter Sabatini si godrà oggi Roma-Inter.

Emozionato, Walter? È proprio la “sua” partita.
«Sì, in questi club ho lavorato e li rispetto molto. Ma questa è anche la partita di un mio fratello di calcio».

Ovvero?
«Sinisa Mihajlovic. A Roma iniziò la sua carriera italiana, nell’Inter la chiuse».

Le manca, Sinisa?
«Ogni giorno. E scriva che se l’Italia ha il miglior portiere del mondo, ossia Donnarumma, è merito di Sinisa che lo fece esordire nel Milan sedicenne».

Torniamo a Roma-Inter di stasera?
«Questa Roma sta interiorizzando i meccanismi di Gasperini, gioca con felicità e ha due campioni per i quali vale spendere i soldi del biglietto».

Uno è Dybala, l’altro?
«Soulé. Loro possono decidere partite come quella di oggi».

Dall’altra parte c’è l’Inter di Chivu.
«Ragazzo intelligente, Cristian, ha personalità nel dare un’impronta alle squadre che allena. Lo si è visto lo scorso anno quando salvò il Parma solo con il gioco».

È uno degli allenatori Sabatini-style?
«Fra i giovani sì, insieme a De Rossi. Tra gli esperti sono affezionato a Spalletti che ancora adesso soffre molto per la disavventura da ct».

L’Inter di Chivu gioca diversamente dagli anni scorsi. Vero o falso?
«Vero. Inzaghi esagerava con il gioco un po’ interlocutorio, Chivu fa verticalizzare e un attaccante per lui ideale è Bonny, ragazzo svelto che fa dimenticare Lookman mai arrivato».

Lautaro e Thuram sono punti fermi ma nell’Inter si fa largo Esposito. Le piace?
«Molto. Sento paragoni ancora irriguardosi con Vieri ma Pio ha fisico, protegge bene il pallone, fa salire la squadra e segna. Un regalo per la nazionale».

Parentesi azzurra: Gattuso ci porterà al mondiale?
«Sono ottimista. Dopo la sfortunata parentesi con Spalletti, Rino è entrato nelle loro teste e per un ct significa essere a metà dell’opera».

Se falliamo il terzo mondiale di fila?
«Un dramma sportivo, quelli veri sono altri».

Viriamo sul campionato: il Napoli insegue il quinto scudetto ma non convince.
«La squadra non ha ancora la continuità implacabile che Conte impone, è ancora perfettibile. Ma De Laurentis ha permesso un mercato giusto per migliorare il gruppo che deve giocare anche la Champions. De Bruyne è tanta roba».

A proposito di doppi impegni, il Milan è davvero avvantaggiato nell’essere fuori dalle coppe?
«Sì perché Allegri può curare quello che è l’aspetto fondamentale, ovvero il ciclo di allenamento completo durante la settimana. Per Max tutto passerà dal recupero totale di Leao».

Lo scudetto non è affare del Milan?
«Sarà un testa a testa Napoli-Inter. La Roma è una piacevolissima alternativa».

Atalanta e Bologna sono le possibili guastafeste?
«L’Atalanta ha fatto una scelta di continuità mettendo in panchina Juric mentre il Bologna ha la sicurezza Italiano. Ma i meriti partono dai club».

Da anni Bergamo fa scuola e il Bologna sta ricalcando la stessa filosofia manageriale.
«Nel Bologna notavo già, all’epoca di Sinisa, un fattore fondamentale per fare bene nel calcio: fra i giocatori, nello staff, nei tifosi c’era un’euforia di fondo speciale, uno stato d’animo collettivo che è il vero segreto per far bene. Il Napoli dello scorso anno ha beffato l’Inter poggiando su queste doti che non si comprano al calciomercato».

Delusione numero 1 è la Fiorentina?
«Pioli ha esperienza e valenza tecnico-tattica per rimettere le cose a posto e ha un grande centravanti, Kean. Ma nella squadra vedo una mancanza di coesione psicologica, qualcosa di imprevedibile, di inaspettato che non si spiega».

Che campionato sarà l’attuale, prima del mondiale?
«Lo prevedo bellissimo e affascinante, ricco di colpi di scena. Ma, ahimè, noto uno straordinario aumento di infortuni, soprattutto muscolari».

Si dice: troppe partite, non ce fanno fisicamente.
«Non è così. In Premier League giocano di più con meno infortuni. Direi che sarebbe il caso di migliorare la prevenzione, gli allenamenti, non affrettare recuperi dopo un infortunio e, negli stessi giocatori, aumentare la disciplina verso se stessi».

Sabatini, quando rientrerà alla grande nel mondo del pallone?
«Presto. Per ora leggo e studio me stesso perché mi sono scoperto a 70 anni troppo ignorante».