Il nuovo sondaggio firmato da Alessandra Ghisleri e rilanciato da Real Politik su Rete 4 ha riaperto una polemica che sembrava sepolta: quella sull’italianità di Jannik Sinner. La domanda proposta agli intervistati — “È giusto che Sinner non paghi le tasse in Italia?” — appare tanto diretta quanto fuorviante.
Non solo perché presuppone una colpa, ma perché rimette in circolo un sospetto tossico: che il miglior sportivo italiano del momento sia, in fondo, “meno italiano” degli altri. È il solito riflesso identitario che riemerge ciclicamente e che trova terreno fertile attorno alle figure vincenti, come se il successo dovesse essere accompagnato da una patente di autenticità nazionale da rinnovare ogni volta.
La risposta del sondaggio conferma questa polarizzazione artificiale: il 44,6% considera “sbagliato” che il tennista risieda a Montecarlo, il 43,9% lo ritiene legittimo. Ma il punto è un altro: perché insistiamo a misurare l’amore per l’Italia attraverso un indirizzo di residenza?
Sinner vive nel Principato dal 2020, una scelta professionale — come ha più volte spiegato — legata alle strutture di allenamento, alla qualità del lavoro e, certo, anche alle condizioni fiscali. Ma tutto nel pieno della legalità. Equiparare una decisione di vita a un tradimento del Paese è non solo scorretto, ma profondamente anacronistico in un mondo sportivo globalizzato.
A rendere il quadro ancora più rivelatore è stato un secondo sondaggio della stessa Ghisleri durante la trasmissione, che riproponeva, in forme diverse, lo stesso sottotesto: l’idea che Sinner debba continuamente dimostrare gratitudine, appartenenza, identità. È come se a ogni vittoria si celebrasse l’eroe nazionale, mentre a ogni scelta personale riaffiorasse il tribunale morale pronto a giudicarlo. Il risultato è un dibattito costruito su pregiudizi, dove il merito sportivo viene schiacciato da una discussione sterile sul domicilio fiscale.
Invece di esaltare un talento che sta portando il tennis italiano a livelli mai visti, parte del Paese sembra ancora intrappolata in un’idea primitiva di nazionalità, incapace di accettare che un atleta possa vivere altrove, competere ovunque, e sentirsi comunque profondamente italiano.
Su #JannikSinner c'è un pregiudizio legato alla sua origine altoatesina?
— Realpolitiktv (@RealPolitikR4) November 5, 2025
I sondaggi di #AlessandraGhisleri a #Realpolitik pic.twitter.com/nOIQS2LmU1