Un derby per sognare o perdere certezze. Lo sa anche Fulvio Collovati, 68 anni, che i derby della Madonnina ne ha giocato a bizzeffe. Anche se l'ex difensore di Diavolo e Biscione è sicuro: «Secondo me finirà in pari, vedrà grande equilibrio».
Collovati, rispetto ai suoi tempi il derby di Milano è cambiato?
«Allora era un derby “stracittadino”, tutto italiano. Oggi è difficile trovare un italiano in squadra. Ai miei tempi non dormivi 2-3 giorni prima della partita, dovevi marcare l'avversario e se ti segnava te lo ricordavi anche dopo 40 anni, vedasi Hateley (nel derby del 1984, 2-1 Milan, ndr). Il derby esula da ogni altra partita, anche se forse gli interisti sentivano di più la sfida con la Juventus».
Cesare Prandelli, sveglia Mondiale: "Smettiamola di frignare"
La cosa bella di Cesare Prandelli è che pensa positivo, sempre. Lo ha fatto quando la vita lo ha messo a dura pro...L'Inter ci arriva meglio del Milan?
«Io vedo equilibrio totale. Quest'anno in campionato manca una squadra dominante. Sarà un derby molto tattico: entrambe le squadre parteciperanno per ripartire sugli esterni. Al Milan manca un giocatore da 20 gol, mentre l'Inter ha Lautaro e Bonny che possono fare la differenza. La speranza di Allegri è che diventi una partita come contro la Roma: attesa e poi ripartenza».
Sarà una partita a scacchi?
«Il centrocampo sarà decisivo, non vedrà l'ora di vedere sfide come Modric-Calhanoglu e Barella-Rabiot. L'Inter deve sfruttare la fascia sinistra, dove con Bartesaghi o Estupiñán il Diavolo è più debole. L'Inter ha Dimarco che può approfittarne, Leão è chiamato a dare una mano.
E Chivu mi ha stupito».
Prego?
«La scelta di proseguire il gioco di Inzaghi era quasi scontata, ma mi ha stupito per come ha gestito lo spogliatoio, non era facile dopo una stagione come la scorsa. Allegri invece è una garanzia».
Nel 1982 quel suo trasferimento dal Milan all'Inter non fu perdonato dai rossoneri...
«Mi videro come un traditore. Ricordo a tutti che ho giocato in Serie B col Milan, alternando le partite di domenica con quelle di sabato con la Nazionale. Poi il ct Bearzot mi disse che non dovevo più continuare così. Ne parlai al presidente Giussy Farina, la società mi mise sul mercato e io scelsi di non perdere l'Italia».
Quali derby sono più nel suo cuore?
«Quando ho fatto gol e ne ho subito uno decisivo, entrambi con la maglia dell'Inter. Nel 1983 segnai in mischia (2-0 finale), nel secondo ho subito il famoso gol di testa da Hateley. In 500 partite di Serie A ci stadi trovare l'avversario più bravo dite. Fece un gran bel gol, in un derby, poi siamo anche diventati amici e ho reso onore al suo bellissimo gesto».
E poi ci fu quel derby nella stagione 1978-79 con la maglia del Milan.
«Vincemmo 1-0 col gol di Maldera. In spogliatoio Nils Liedholm, grande appassionato di bioritmi, ci disse la formazione e non c'era Rivera, per me il più forte calciatore italiano di sempre. Scelsi il Milan, da piccolo, solo per lui. Gianni rimase sorpreso ma accettò la decisione, alla fine ebbe ragione Nils».
Un pronostico per domani?
«Secondo me sarà un pari. Non intaccherebbe il morale delle squadre e renderebbe ancora più interessante il campionato, con Roma e Napoli in scia».




