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Juve-Roma, il doppio ex Boniek: "Gasperini da scudetto, come finirà"

di Leonardo Iannaccisabato 20 dicembre 2025
Juve-Roma, il doppio ex Boniek: "Gasperini da scudetto, come finirà"

4' di lettura

È la sua partita, l’incrocio di una vita calcistica, lo scrigno di sensazioni senza tempo. Zibì Boniek vivrà stasera Juventus-Roma (diretta su Sky e Dazn, ore 20.45) con passione e curiosità, da nobile ex di questa contesa.

Zibì, trattasi di una sfida unica per lei. 
«Beh, avendo giocato in entrambe le squadre, e che squadre erano le mie, come potrei far finta di niente?».
Juve la moglie, la Roma l’amante? 
«Solo due grandi club nei quali ho disputato stagioni meravigliose, sia nella Juventus che nella Roma. Quando eravamo re».
Tre anni a Torino e tre a Roma, mondi agli antipodi anche per giocare a calcio? 
«Erano squadre fantastiche che si giocavano sempre lo scudetto. Se arrivavi secondo era una dura sconfitta».
La Juve deve continuare a correre dopo le voci rientrate di cessione. 
«Sulle vicende del club non riesco a capirci molto, vivo a Roma a 600 chilometri da Torino. Il mondo è cambiato, la Juventus dell’Avvocato non c’è più e John Elkann ha venduto l’Iveco, tanto per fare un esempio. Roba impensabile ai miei tempi».
La Roma, invece, giocherà per confermarsi al top. 
«Non mi aspettavo assolutamente una partenza simile. Mi ha stupito».
Le piace come la fa giocare il Gasp? 
«Molto, lui è un grande allenatore dai tempi dell’Atalanta. Il pressing alto, la difesa a uomo e la forza che vuole dai giocatori sono un marchio di fabbrica. Poi il Gasp mi piace perché parla diretto, non con frasi fatte».
Può concorrere sino in fondo per vincere il campionato? 
«Liedholm prima e Capello poi hanno vinto il titolo con grandi squadre già solide. Questo sarebbe lo scudetto al limite dell’impossibile».
Vincendo a Bologna, Spalletti pare aver trovato la quadra. 
«La Juventus non ha giocato bene sinora, non si è mai imposta ma i tre punti ottenuti a Bologna possono cambiarle l’atteggiamento e la stagione».
Entrambe le squadre hanno un grosso problema: l’attacco. 
«A parte Inter e Napoli che hanno grandi bomber, chi non ha il problema del 9? Il guaio è che oggi è difficilissimo fare la prima punta in aree che sono trincee».
Vlahovic o Ferguson non hanno mai convinto pienamente. 
«Il serbo mi piace da matti per come attacca ma i suoi numeri realizzativi e certi atteggiamenti mi rendono dubbioso».
Zirkzee? Sarebbe un bel colpo per questa Roma a gennaio? 
«Bel giocatore ma un conto è guidare l’attacco del Bologna, un altro giocare nello United o nella Roma».
Nella Juve solo 4 gol dagli attaccanti. David e Openda le delusioni? 
«Il 9 è un ruolo complicato e oggi ci sono giocatori che sanno fare soltanto una cosa». 
Si spieghi. 
«Prendete Conceicao, un’ala veloce e furba, smaliziata come sanno esserlo i portoghesi. Lo immaginate giocare in un altro ruolo?».
Come faceva Zibì Boniek? 
«Io ho coperto sette posizioni in campo. Nella Roma anche il centrale difensivo. E abbiamo vinto sei partite consecutive».
Obiettivo della Vecchia Signora, a -7 dalla vetta, è solo la zona Champions? 
«La Juve, per storia e tradizione, parte sempre per vincere tutto. Il guaio è che da alcuni anni non raccoglie molto».
Yildiz è un potenziale fuoriclasse? 
«Ha talento e numeri. Ma avendo giocato nella miglior Juve di sempre, andrei piano con il termine fuoriclasse. Il turco ha come alleato il tempo per dimostrarlo».
Stasera quali saranno i giocatori decisivi di Juve e Roma? 
«Non saprei, dico che finirà 1-1. Due dettagli importanti: al Gasp manca N’Dicka mentre la Juve recupera Bremer».
Oggi lei si rivede in qualche giocatore? 
«In questo calcio cambiato dove non c’è serietà e molti calciatori si rotolano per terra come se gli avessero fucilato per poi rialzarsi un secondo dopo, è impossibile trovare un nuovo Boniek, completo e duttile. Non per farmi bello ma per scherzo dico sempre al mio amico Michel che se giocassero undici Boniek contro undici Platini, vincerebbero».
Qualche flash di Zibì campione: il grande rimpianto? 
«La finale persa ad Atene nel 1983 con la Juve, non sempre nel calcio vince il più forte».
E la coppa insanguinata vinta all’Heysel? 
«Un dramma, rinunciai al premio partita devolvendolo alle vittime. Quel Liverpool l’avremmo comunque battuto dieci partite su dieci».
E con la Roma? 
«Uno scudetto perso sul filo di lana nel 1986 giocando il miglior calcio della mia carriera».
E di Flavio Cobolli cosa mi dice? 
«Adoro il tennis e il padel, Flavio è cresciuto a casa mia e Santopadre, ex allenatore di Berrettini, è il marito di mia figlia Carolina».
Boniek, Sinner o Alcaraz? 
«Jannik è bionico, Carlitos ha più talento ma ogni tanto sbaglia troppo. Ma occhio a Flavietto Cobolli, scommettiamo che nei prossimi anni farà vedere i sorci verdi a quei due?».