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Brasile che gaffe! Una panchina per due sconosciuti. Delusione per Leonardo.

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Al posto di Dunga annunciato Muricy Ramalho, ma l'allenatore non riesce a liberarsi dal suo club e scatta l'opzione B: un altro anonimo, Menezes

Paolo Franzoso
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Dopo la brutta figura mondiale della nazionale, anche la Federcalcio verdeoro non è da meno: chiama un (quasi) sconosciuto sulla panchina più prestigiosa del mondo e poi deve rimangiarsi l'annuncio e virare su un altro nome anonimo. Ricapitoliamo. Innazitutto, niente da fare per l'ex allenatore del Milan, Leonardo, che era dato in pole position per la succesione di Dunga: avevano detto che lasciava la formazione più titolata del mondo per approdare sulla panchina più ambita del globo. Invece no. I dirigenti della Federazione chiamano Muricy Ramalho, un 54enne con una discreta carriera in patria (in basso l'identikit), sotto contratto con il Fluminense. Meno di 24 ore e il presidente della squadra brasiliana sbatte la porta: non libera Ramalho. Virata improvvisa e Texeira trova il nuovo ct: Luiz Antônio Wenker Menezes, l'allenatore di Ronaldo al Corinthians. Tutto sistemato. Menezes non è molto titolato e non sembra un nome da Brasile. Probabilmente non lo era nemmeno Ramalho e tantomeno Leonardo. Fatto sta che fra quattro anni il mondiale si giocherà in casa: vietato fare figuracce. E possibilmente far dimenticare la gaffe della Federazione Muricy Ramalho ha 54 anni, inizia la carriera nel 1993 dopo un passato da calciatore mediocre (trequartista, "dovevo fare la riserva di Zico ai mondiali del '78, ha ricordato in una recente intervista, ma poi si infortunò) negli anni Settanta nel San Paolo e poi al Puebla, fino al 1985, da dove poi parte la sua avventura come tecnico.  Nel primo decennio pochi titoli. In patria è considerato il nuovo profeta del calcio brasiliano dopo aver ottenuto (primo nella storia) tre campionati brasiliani consecutivi dal 2006 al 2008 alla guida del San Paolo, ma nel 2009 è stato esonerato a causa della quarta eliminazione consecutiva dalla Coppa Libertadores (l'equivalente della nostra Champions League). Un anno di transizione al Palmeiras con esonero, il passaggio al Fluminense e ora... si starà mangiando le mani.

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