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Petrucci e Maroni spingono la tessera del tifoso

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Contro la violenza negli stadi obiettivo comune: "indietro non si torna". Intanto le tessere rilasciate sono 521.540

Roberto Amaglio
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Sono bastati 90' ufficiale per far capire a tutti che anche la nuova stagione calcistica sarà particolarmente calda sulle tribune di molti stadi italiani. I disordini e le intemperanze dei tifosi della Roma durante la Supercoppa Italiana hanno riportato alla luce un problema che, distratti da un calcio mercato finora apatico, era slittato fuori dalle prime pagine dei quotidiani sportivi. Tessera del tifoso – Si torna sul problema, dunque, con il presidente del Coni Gianni Petrucci che davanti alle telecamere di Sky ribadisce la ferma volontà di andare avanti con la tessera del tifoso, nonostante le proteste di alcune frange delle tifoserie italiane. "Non capisco perché si continua a fare la guerra alla tessera del tifoso. È una realtà che va accettata, indietro non si torna. Tale espediente è stato proposto dal ministero degli Interni e condivisa dal mondo dello sport, per cui questa è una battaglia che vedrà sconfitti coloro che non vogliono rispettare la legge. I tifosi che la contestano? Fanno finta di non capire e pensano che mettendo striscioni offensivi si possa tornare indietro, ma non è così". Il processo, infatti, è stato avviato. Il centro studi delle due Leghe di Milano ha comunicato lunedì che le tessere del tifoso fin qui rilasciate sono 521.540. Chiamato in causa anche dal presidente Petrucci, anche il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha parlato di questo provvedimento davanti ai microfoni de "La Gazzetta dello Sport". "Sono soddisfatto – ha esordito il ministro leghista parlando della tanto discussa tessera –. Dopo molte resistenze e qualche mugugno, le società hanno mantenuto gli impegni che avevano assunto. Non tutto è stato realizzato in modo omogeneo, ma quanto doveva essere fatto o almeno avviato è avvenuto". Ma, soprattutto, ciò che interessa sono le nuove misure per prevenire l'ingresso allo stadio dei violenti, ossia quegli pseudo tifosi che si nascondono dietro un evento calcistico per far casino. "La norma del cosiddetto "arresto in flagranza" esteso alle 48 ore successive ai fatti, che era in scadenza lo scorso 30 giugno, è stata prorogata – ha proseguito Maroni –. Inoltre è in itinere la trasformazione degli steward in sorta di "pubblici ufficiali" quando sono nell'esercizio delle loro funzioni. Questo per dare loro maggiore forza e renderli meno vulnerabili. Inoltre le sanzioni del Daspo: in questo momento gli individui sottoposti a Daspo sono 4000, metà dei quali sanzionati nell'ultima stagione. E' un dato importante. Continueremo in questa direzione, obiettivo estirpare la violenza non solo dentro ma anche intorno agli stadi. Siamo i soli ad avere ancora le reti di recinzione tra spalti e campo: entro il 2013 devono scomparire".

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