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Luciana Lamorgese, "così ha ignorato l'allarme sbarchi". Qua viene giù il Viminale

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Gli sbarchi sono aumentati ma si fa finta di niente. La questione della nuova ondata di migranti è infatti sovrastata dalla crisi di governo e dalla guerra in Ucraina. I numeri però parlano chiaro: fino al 22 luglio sono sbarcati 34.013 migranti rispetto ai 25.552 dello scorso anno e a confronto con quelli del 2020 i numeri sono triplicati. E le immagini di questi giorni dovrebbero farci riflettere. La graduatoria della nazionalità via mare, riporta Il Giornale, "dimostra che i più numerosi sono i tunisini (6.209) seguiti dagli egiziani (5.991) e dai migranti del Bangladesh (5.860). Tre Paesi che non sono in guerra da dove si fugge per motivi economici nella speranza di una vita migliore".

 

 

Il problema è che "la situazione sta precipitando" per il caos in cui si trova la Libia. Da Tripoli gli addetti si osserva che il governo di Roma "ha quasi abbandonato la Libia. Nessun ministro viene più in visita e la Guardia costiera utilizza motovedette italiane obsolete". E "forse non è un caso che la caduta del governo Draghi sia coincisa con un'impennata degli sbarchi". Un altro problema è che Luciana Lamorgese resterà al ministero dell'Interno fino ad autunno inoltrato. Ma il capo del Viminale, sottolinea il Giornale, "non ha brillato per attivismo e soprattutto soluzioni della crisi migratoria. Oramai Lampedusa che scoppia non fa quasi più notizia. Avanti di questo passo supereremo i 60mila arrivi dello scorso anno perché non esiste più la differenza estate-inverno, basta che il mare sia calmo". E ora sarà un problema del prossimo governo.

 

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