Cerca
Logo
Cerca
+

Lampedusa, Vittorio Feltri: 2mila persone in condizioni disumane. E la chiamano accoglienza...

Vittorio Feltri
  • a
  • a
  • a

Sono circa duemila gli extracomunitari ammassati all'interno dell'hotspot di Lampedusa, su una capienza massima di 350 persone. Ciò significa che siamo al collasso, eppure barconi e barchini continuano ad approdare sulle nostre coste assaltate senza che nessuno intervenga perché questo disumano traffico di esseri umani (oltre 35 mila solo dal primo gennaio di quest' anno) conosca quantomeno un freno se non un auspicabile arresto. Anzi, in questi anni non abbiamo fatto altro che incoraggiare le partenze, seguitando ad aprire porti, porte e portafogli.

 

Del resto, che il trasferimento dall'Africa all'Italia di masse di migranti economici attraverso le vie del mare, quindi clandestinamente, sia un fenomeno che può essere arginato, con tanto di drastica diminuzione dei morti in mare, lo ha dimostrato il leader della Lega Matteo Salvini nel breve ma intenso periodo durante il quale è stato a capo del dicastero dell'Interno del governo gialloverde. Non si tratta di una operazione miracolosa o impossibile, bensì di un intervento necessario affinché lo Stato italiano possa fare quello che fa qualsiasi Stato sovrano, ossia controllare le frontiere. Senza frontiere non c'è l'entità statale. E le nostre sono sempre più liquide. Qui non giunge solamente chi non desidera giungere.

Quello che più mi indigna di questa sporca faccenda è la pretesa di volere fare passare condotte illegali come opere di bene, azioni pie nonché ispirate a sentimenti elevati e cristiani. Tutte balle. Tralasciando di addentrarci nelle inchieste della magistratura che hanno scoperchiato il diffuso business dell'accoglienza, ditemi voi cosa c'è di nobile nello stipare in spazi limitati materiale umano come si trattasse di rifiuti. Vorrei sapere altresì cosa c'è di misericordioso nel prendere a calci nel sedere e gettare in strada i migranti per incamerare gli ultimi arrivati. L'accoglienza di tutti, cosa impraticabile, finisce inevitabilmente con il contraddire il principio medesimo che sta alla base dell'accoglienza, ovvero essa si trasforma in tortura, cattiveria, disumanizzazione, privazione, emarginazione, ghettizzazione, rifiuto. Le ripercussioni sono terribili e colpiscono pure le generazioni future. E poi non trascuriamo la gigantesca frottola: quasi il 100% di questi sedicenti profughi, come appurato dai tribunali di tutta la penisola, non gode di diritto di asilo o protezione umanitaria. Siamo davanti a migranti economici i quali approfittano della leggerezza dei governi di sinistra italiani per insinuarsi in un altro Paese senza fornire documenti, senza un lavoro, senza nulla, ponendosi direttamente a carico dei contribuenti.

 

L'idea che si possano integrare mediante il buonismo o la cittadinanza in omaggio centinaia di migliaia di individui recepiti in tale maniera, ossia illegalmente, non poggia su alcun fondamento logico o razionale. Perché l'integrazione, processo complesso, si realizzi è indispensabile che ci siano una società ed un mercato del lavoro pronti ad assorbire questo esubero di individui in cerca di un futuro. Mancano i presupposti. Dunque continueremo ad accogliere - si fa per dire - e poi buttare sul marciapiede gente che non avrà altra maniera di sopravvivere se non quella di delinquere, coltivando nell'animo un pericoloso sentimento di risentimento verso la Nazione (e il popolo) che ha subito questa invasione spacciata per attività umanitaria imposta da norme internazionali interpretate sempre a nostro nocumento.

Basta osservare i nostri vicini francesi per accorgerci dei danni prodotti da politiche dissennate in tema di immigrazione. Le seconde e terze e quarte generazioni di immigrati, quando non integrate, disintegrano la comunità che ha tentato invano di inglobarle. Da qui disordini, criminalità dilagante, periferie incontrollabili, insicurezza, terrorismo. Pericolo quest' ultimo di cui ci siamo quasi dimenticati ma che ancora sussiste in tutta la sua gravità e che, qualora non provvederemo a salvare il poco rimasto salvabile, ci travolgerà nel giro di uno o due lustri. Confidiamo nel prossimo esecutivo. Magari non sarà quello "dei migliori", come si definiva con un imbarazzante slancio di megalomania quello appena defunto, però potrà essere almeno migliore. Ché tanto fare peggio di Luciana Lamorgese in questo ambito sarebbe arduo.

Dai blog