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Immigrazione, centri di accoglienza fuori controllo: per cosa vengono usati davvero

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Caterina Maniaci
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Migranti che entrano nei centri di (presunta) accoglienza, e vi escono per entrare nell'inferno a gironi, quelli dello spaccio, della prostituzione, del lavoro in schiavitù. Oppure fanno da paravento per truffe e speculazioni di vario ordine e grado. Un vero affare, per i criminali. È successo, continua a succedere, più o meno nell'indifferenza generale. In quest' estate di guerra, malattie, di emergenze, temperature all'eccesso, di crisi e di paura, la questione dell'immigrazione clandestina scivola agli ultimi posti nell'elenco delle notizie. Ma, alla luce degli ultimi sviluppi di cronaca, il problema sembra rischiare di finire fuori controllo. Il centro più noto, quello di Lampedusa, è di nuovo al collasso per i continui arrivi. Ma almeno su quello i riflettori ogni tanto si accendono.

 

 

 

Poi ci sono le altre strutture, distribuite a decine sul territorio italiano, di cui si parla poco. E in cui ne accadono di ogni. Ecco i fatti. A Palermo, cinque persone sono finite ai domiciliari con l'accusa di aver sfruttato alcune donne nigeriane arrivate in Italia e ospitate in centri di accoglienza. Erano impiegate in società che si occupano di servizi di pulizia, riconducibili al consorzio Diadema. A quanto emerso, le donne lavoravano 10 o 12 ore al giorno consecutive per una paga, quando retribuita, di 400 euro al mese. Una bella prospettiva per queste donne, che hanno attraversato molti inferni e hanno creduto di trovare in Italia la loro terra promessa. Questo proprio mentre dal processo relativo al Cara di Bari, concluso con 23 condanne, emergeva come il centro fosse diventato la base di due gang della mafia nigeriana, come ieri Libero ha raccontato. Tratta e riduzione in schiavitù, pestaggi, accoltellamenti e prostituzione: Senza dimenticare i riti voodoo.

 

 

 

Pochi giorni fa gli uomini della Guardia di Finanza hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di sette persone in provincia di Lecce. Le indagini hanno consentito di ricostruire una mappa fitta di illeciti commessi da persone che gestivano società attive nel settore del sistema dei centri di accoglienza di migranti. Sono 28, in totale, gli indagati, ritenuti responsabili di truffe e frodi varie. Gli ospiti stranieri vivevano in condizioni ben diverse da quelle previste dai contratti di servizio e delle pubbliche forniture. In alcuni casi la società certificava la presenza di cittadini stranieri che in realtà si erano allontanati dalle strutture da tempo, in modo tale da percepire la quota giornaliera prevista per la loro presenza . Dal Sud al Nord, il quadro cambia poco. Migranti che arrivano e diventano fonte di guadagni "extra". Assunzioni fasulle, finti dipendenti di aziende e falsi collaboratori domestici, in alcuni casi anche matrimoni finti, tutti per ottenere un permesso di soggiorno: si è conclusa così, con sette indagati, l'indagine della Squadra Mobile e dall'Ufficio immigrazione della questura di Padova. Benvenuti nel paradiso dell'accoglienza.

 

 

 

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