Cerca
Logo
Cerca
+

Francia, ecco la verità su Macron: quello che nessuno ha mai detto

Esplora:

Renato Farina
  • a
  • a
  • a

A Calais c'è la storia dei treni. Sulla sponda francese della Manica anche i treni danno la caccia ai migranti. Appena hanno l'occasione li tirano sotto. A questo proposito ho svolto una piccola inchiesta. Com'è arcinoto il ministro gallico dell'Interno, German Dormanin, ha accusato il nostro Paese di «disumanità» nei confronti di chi attraversa il mare per venire in Europa. Fantozzi gli risponderebbe «Com' è umano, lei» mentre il mega-ultra-direttore si adagia su poltrone di pelle umana. Siamo al bue che dà del cornuto all'asino. Bè, qui invito il lettore a tastare le corna del bue, in francese boueuf cornu. Ha più corna del drago dell'apocalisse. Partiamo dal caso che non cita nessuno.

1- «I servizi di emergenza sono stati chiamati alle 6.02 del mattino per un pedone di età indefinita che era stato investito da un treno merci sulla strada di Castre», a sud-est di Calais, hanno dichiarato i vigili del fuoco. «L'impatto è stato molto violento» e l'uomo è morto nonostante l'intervento dei servizi di emergenza». Questo segnalavano le agenzie ai francesi. Niente di notevole. Poi abbiamo scoperto che questo signore non identificato era un adulto presumibilmente africano. Attraversava i binari? No. Il poveretto dormiva in sacco a pelo. È un espediente per impedire di essere arrestati dai poliziotti, o più sbrigativamente sottoposti a una tempesta di cazzotti. Infatti, e con qualche ragione, i gendarmi preferiscono non correre il rischio di essere travolti. Dormono con un orecchio e un occhio aperti, se sei vicino al ferro la vibrazione ti avverte dell'arrivo della locomotiva. Non sempre. «È possibile si sia alzato negli ultimi istanti», annota il comunicato dei vigili del fuoco, ma è stato meno svelto del solito. Questo dà la misura della disperazione dei migranti. Neanche i treni sono gentili con loro. Ricorda l'episodio con cui Solzenicyn comincia Arcipelago Gulag: da sotto il ghiaccio, nell'eterno gelo artico, emergono molluschi vecchi di migliaia di anni: ferocemente gli zek (i detenuti dei lager comunisti) li mangiano avidamente.

LA DENUNCIA SUI MEDIA
Le Figaro svela che casi simili sono «molto frequenti». Un migrante sudanese di 25 anni era già morto il 1° marzo dopo essere stato investito da un treno lì vicino. Il 4 novembre idem: un treno ha travolto 4 migranti sorpresi tra i binari Dunkerque e Calais, uccidendone uno, ferendo gli altri, più svelti del primo. I treni? Anche i camion. Il 15 gennaio, un sudanese di 18 anni è morto schiacciato dal camion da cui era caduto. Un mese prima, un altro sudanese 16enne era morto allo stesso modo nel parco commerciale di Transmarck. Inglesi e francesi praticano il respingimento nella Manica, per dissuadere dalla pericolosa traversata della Manica. 2021 (dati ufficiali) 31 morti e 4 dispersi, 2022: vedremo.

2- Calais, appunto. È dal 1999 che la faccenda di questa così esemplarmente umana accoglienza al migrante si ripete. Allora venivano dai Balcani. Contavano di essere accolti da Sua Mestà provenendo dalla ex-Iugoslavia bombardata dalla Nato. I francesi non li volevano, la Gran Bretagna nemmeno. La Croce rossa allestì il campo di Sanglotte. Si formò pian piano la "giungla". Essa fu evacuata brutalmente nell'ottobre del 2016. Ci sono state inchieste indipendenti su numero e trattamento condotte poco prima e poco dopo questo selvaggio sgombero, a cui seguì una caccia al migrante da parte di locali aizzati dalla polizia. Il Refugee Rights Data Project contò, nel 2016, 9.106 persone, inclusi 865 minori, il 78% dei quali non sono accompagnati. Trascrivo la sintesi: «Il trattamento dei rifugiati da parte della polizia è estremamente allarmante. Dalla nostra indagine emerge che il 75% è stata vittima di violenza della polizia. Gas lacrimogeni ad personam, proiettili di gomma, cani. Il 3 % denuncia abusi sessuali. Questi dati dimostrano violenza sistematica da parte della polizia».

3- Scendiamo a Sud. Sistematicamente la polizia di dogana francese entra in Italia, quasi fosse il loro cesso. Il caso più sfacciato si è registrato il 30 marzo 2018 a Bardonecchia. Quattro agenti francesi sono entrati nel centro, che si trova nei locali della stazione ed è gestito attualmente dalla ong Rainbow for Africa, accompagnando un nigeriano per fargli riempire una provetta di urina in bagno per vedere se era drogato. Risultato negativo.

NESSUNA SCUSA
Gli agenti erano armati e hanno intimidito i presenti. Il solito Dormanin spiegò che la polizia ne aveva il diritto. L'Italia protestò. Nessuna scusa formale. All'inizio di quel febbraio era accaduto un fatto ancor più schifoso. Dopo che la Francia aveva chiuso i confini a Ventimiglia, il tentativo di passare in Francia si era spostato in Val di Susa. Una nigeriana malata di linfoma e incinta era stata intercettata insieme al marito al confine, e riportata a Bardonecchia. Lì era stata soccorsa dai volontari che l'avevano portata in ospedale a Torino. Circa un mese dopo, la donna è morta durante il parto. Diritti umani? Non scherziamo.

4- Claviere. Lì c'è un confine invisibile, vigilato da droni, telecamere. Le guardie francesi usano raccogliere come fossero uno stormo di passeri quelli che riescono a sfuggire a questi controlli,ma vengono beccati dalle parti del Monginevro e senza verbali, clandestinamente, li riportano nei boschi.

5- A giugno un egiziano 35enne è stato colpito alla testa nella sparatoria avvenuta al termine di un lungo inseguimento partito a pochi chilometri dal confine con l'Italia. A Mentone Amnesty International France, Médecins sans Frontière, Caritas, denunciano la detenzione dei migranti in container. Scrivono all'Onu e chiedono al delegato speciale, Felipe Gonzales Morales, di «venire a constatare di persona le gravi violazioni ai diritti delle persone commesse dalle autorità francesi». 

Dai blog