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Italia-Francia, così cugini che gli spariamo: dove nasce la rivalità

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Giancarlo Mazzuca
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In questi giorni, con il riesplodere della "querelle" sugli immigrati, ne abbiamo sentite di tutti i colori sui nostri rapporti con i francesi, quelli che chiamavamo «i nostri cugini». E ora molti cominciano a chiedersi se i transalpini siano davvero nostri cugini anche perché, ripercorrendo le tappe della storia, tanti sono stati i conflitti - e non solo nella Seconda guerra mondiale - tra Roma e Parigi. Non è un caso che ad attentare alla vita di Napoleone III sia stato Felice Orsini anche se, nella sua giovinezza, il futuro imperatore si fosse impegnato per la libertà della Romagna dove era nato l'italiano e lo stesso fratello del sovrano era morto proprio a Forlì mentre era a fianco dei nostri patrioti.

 

Dopo essere stato un mazziniano doc, Orsini si era avvicinato al filosofo russo Aleksandr Herzen e al poeta e rivoluzionario tedesco Georg Herwegh (così vicino a quest'ultimo che divenne, poi, l'amante di sua moglie, Emma) ma era anche diventato un grande avversario del Bonaparte. Come racconta lo storico Guido Artom nel libro "Cinque bombe per l'Imperatore", Orsini aveva infatti sperato, negli anni giovanili, che il nuovo Napoleone potesse diventare l'alfiere della libertà in Italia ma poi era stato disilluso dopo l'ascesa al trono dell'erede del generale corso.

 

 

MANGIA-MACCHERONI
Da qui la folle idea dell'attentato di Parigi che fece alcune vittime ma lasciò indenni il sovrano e la sua consorte. E Orsini, che pure aveva fatto successivamente ammenda, finì giustiziato. Anche se è stato un sanguinario attentatore, in Romagna è tuttora considerato un vero patriota: la piazza principale di Meldola, il paese natale di Orsini, è dedicata a lui e per il bicentenario della sua nascita, nel 2019, erano previste solenni celebrazioni anche se poi c'è stato il Covid. Corsi e ricorsi della storia: se qualcuno in Francia, dopo le ultime vicende, ha cominciato a richiamarci "mangia-maccheroni", proprio con quel termine, gli strani scherzi del destino, Orsini ribattezzò un suo conterraneo che non gli era particolarmente simpatico e che poi diventò il padre della cucina italiana: Pellegrino Artusi, il superchef ante litteram. Ma ora speriamo che il braccio di ferro sugli immigrati finisca, in qualche modo, a tarallucci e vino con un'Europa capace di farsi finalmente sentire.

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