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Soumahoro, tutte le accuse al clan: minori maltrattati e costi record per i soci

Tommaso Montesano
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La nota della procura di Latina che ufficializza l'avvio di «accertamenti» sulle cooperative gestite da suocera, moglie e cognata di Aboubakar Soumahoro, deputato dell'alleanza Verdi-Sinistra italiana, è di sabato 18 novembre. Da allora è successo di tutto: le lacrime del fondatore della Lega dei braccianti sui social; l'arrivo degli ispettori del ministero delle Imprese; la contraddittoria difesa della famiglia; le foto da influencer della moglie; gli imbarazzi della politica; la presa di distanza di Caritas ed ex compagni di avventura nei campi pugliesi (con annessa richiesta per la restituzione degli stivali con i quali Soumahoro si è presentato a Montecitorio) e, ieri sera, l'ufficializzazione dell'iscrizione nel registro degli indagati, per l'ipotesi di malversazione, di Marie Terese Mukamitsindo, suocera di Aboubakar. Ecco una guida per orientarsi nel caso del momento, che stasera vivrà una nuova puntata con la partecipazione di Soumahoro a Piazzapulita.

Le indagini della procura di Latina «sono sviluppate con il dovuto riserbo». Tuttavia dovrebbero essere due i filoni seguiti dai pm: uno "contabile", l'altro sulle condizioni delle strutture di accoglienza, soprattutto riguardo i minori, gestite dalle cooperative Karibu e Consorzio Aid. Tutto inizia con le denunce di alcuni lavoratori all'Ispettorato del lavoro di Latina, che proprio ieri ha confermato che gli accertamenti sulle società riconducibili ai familiari di Soumahoro sono in corso «da mesi». Almeno cinque, visto che la sezione territoriale del sindacato Uiltucs, guidata da Gianfranco Cartisano, raccoglie le prime rivelazioni dei lavoratori sugli stipendi non pagati a giugno.

In tutto sono 26 i dipendenti delle due cooperative che si sono rivolti al sindacato: quattro hanno visto regolarizzata la loro posizione grazie alla sostituzione nella «procedura di pagamento» da parte della prefettura di Latina, per gli altri 22 il sindacato invoca la convocazione di un «tavolo permanente» con tutte le parti. «Non possiamo più attendere i passaggi burocratici di Palazzo: stipendi subito!», attacca Cartisano, che poi si scaglia contro gli «enti» e la «politica» che stanno saltando sopra la vicenda: «Dov' erano prima?». In totale, denuncia Uiltucs, i mancati emolumenti ai lavoratori sono pari a 400mila euro.

 

 

 

IL LAVORO IN NERO

Tra questi lavoratori, due avrebbero prestato la loro opera in nero. Uno di loro, Youssef Kadmiri, ha tirato in ballo Soumahoro (estraneo all'indagine): «Lui veniva, lo vedevamo spesso. Portava da mangiare. Tutti sapevano». La prossima convocazione per la sua vertenza ci sarà il 29 novembre. Sul tavolo degli ispettori ministeriali, e della procura, ci sono presunte irregolarità nella gestione contabile delle due società. In alcuni messaggi ai dipendenti che lamentavano il mancato pagamento delle proprie spettanze, Aline Mutesi, cognata di Soumahoro e presidente del Consorzio Aid, chiedeva la presentazione di fatture prodotte «da soggetti esterni al lavoro» (come da denuncia Uiltucs) per procedere al pagamento.

Poi ci sono le incongruenze tra le dichiarazioni dei vertici delle cooperative - in primis la suocera del deputato, Marie Terese Mukamitsindo - e quanto risulta dai bilanci. «Sono in attesa di ricevere soldi dalla committenza pubblica» (18 novembre); «non abbiamo soldi da dargli (ai lavoratori, ndr) perché lo Stato non ci paga in tempo» (Repubblica, 21 novembre). In realtà, come documentato da Libero, Aid ha messo a bilancio - al 31 dicembre 2020 - l'incasso di 749.301,68 euro per gli «incarichi retribuiti nel corso del 2020 da diversi Enti appartenenti alla Pubblica amministrazione».

 

 

 

LE CONTRADDIZIONI

Poi c'è il capitolo del «costo delle prestazioni lavorative dei soci» della Karibu. Nel bilancio di esercizio al 31 dicembre 2021, la cooperativa presieduta dalla suocera di Soumahoro ha speso per il personale 865.930 euro; di questi, 392.801 euro sono serviti a pagare le «prestazioni» dei sedici soci della società, tra cui risultano - almeno fino al 28 maggio 2019- suocera, moglie e cognata del deputato. Eppure Liliane Murekatete, moglie di Soumahoro, il 21 novembre ha dichiarato a Repubblica: «Sono quattro anni che mia madre non ha stipendio, è un operaio dello Stato».

Le condizioni dei centri di accoglienza sono l'altro tasto dolente della vicenda. Anche in questo caso è Uiltucs a segnalare al prefetto di Latina ciò che raccontano alcuni minori ai loro sportelli. Nelle strutture sarebbero mancati acqua, elettricità, vestiti e cibo. Alcuni minori sarebbero stati maltrattati. «Quello che ho visto era una struttura indecente dove non ospiterei manco i cani. Ricordo ancora i paramenti sconnessi, la muffa, condizioni invivibili», ha rivelato al Domani l'ex senatore di M5S e Sinistra italiana, Elena Fattori. L'ultimo colpo a Soumahoro l'hanno inferto i vecchi compagni di lotta nella campagne pugliesi. Mercoledì sera a Striscia La Notizia Soumalia Sambare, ex socio del deputato, ha rivelato che solo una parte dei 250mila euro raccolti durante la pandemia per procurare cibo «sono stati effettivamente spesi». Quando lui e gli altri hanno chiesto al deputato «i resoconti delle rimanenze, siamo stati fatti fuori». Sambare rivendica anche la restituzione dei suoi stivali: «Glieli ho comprati io, mi servono per andare a lavorare». Ombre anche sulla raccolta fondi da 16mila euro organizzata lo scorso Natale da Soumahoro per portare regali- vestito da Santa Claus- ai bambini nei centri in provincia di Foggia. «C'erano ben pochi giocattoli da distribuire, non essendoci bambini a cui poterli donare», ha detto don Andrea Pupilla, responsabile della Caritas di San Severo. Il sacerdote ha accusato il deputato di fare «attività solo virtuale, tesa ad accendere fuochi». 

 

 

 

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