Cerca
Cerca
+

Open Arms, la vera storia: Conte fece saltare lo sbarco in Spagna

  • a
  • a
  • a

La vera storia sulla Open Arms, la storia che lo smemorato di Cortina Giuseppe Conte finge di non ricordare e chissà perché, è che la "nave umanitaria" spagnola rimasta dal 14 al 20 agosto 2019 al largo di Lampedusa dove poi ha sbarcato 147 migranti aveva già ricevuto l'ok dal proprio governo per farli sbarcare ad Algeciras, in Andalusia, solo che la Ong riteneva la destinazione troppo lontana - questa la motivazione ufficiale - e quindi giù di attacchi all'allora ministro dell'Interno Matteo Salvini che non voleva concedere il porto siciliano. Il governo socialista di Pedro Sánchez a quel punto aveva offerto le Baleari, alla Open Arms, ma nemmeno Maiorca e Minorca erano di gradimento al comandante della nave: o l'Italia o niente.


Sánchez, durissimo in quei giorni con Salvini che non voleva derogare alla politica dei "porti chiusi" o comunque aperti ma solo con giudizio, aveva proposto alla Ong anche Barcellona, di nuovo vanamente. Eppure Italia e Spagna, sorprendentemente visto l'opposto indirizzo politico e clima tesissimo - avevano l'accordo: lo stesso ministro grillino delle Infrastrutture Danilo Toninelli aveva detto «grazie alla Spagna per aver offerto un posto alla Open Arms», evidenziando che «un Paese che consente a una Ong di issare la propria bandiera su una nave, poi non può girarsi dall'altra parte».

 

 


CALCOLO POLITICO
Ma allora se Madrid e Roma pur tra le polemiche erano d'accordo che la nave attraccasse in Spagna, perché non è andata così? Il governo gialloverde era al capolinea: la Lega un giorno sì e l'altro pure accusava gli "alleati" Cinque Stelle di «immobilismo», di ostacolare interventi ritenuti fondamentali per il Paese, e Conte nei giorni caldi della Open Arms stava lavorando da tempo all'accordo con Enrico Letta e il Pd, operazione che avrebbe consentito all'allora avvocato del popolo ora dei poveri e di se stesso di imbullonarsi a Palazzo Chigi. Conte, ieri testimone dell'accusa, cioè di Open Arms nel processo che vede imputato Salvini per sequestro di persona e per cui Salvini rischia15 anni di carcere, ha accusato il leader leghista di averlo voluto far «apparire debole», all'epoca, che era una macchinazione politica ai suoi danni.

Ma il sospetto, qualcosa di più riferisce chi ha vissuto da dentro quelle vicende, è che sia stato Conte a voler far apparire debole Salvini e a lavorare dietro le quinte perché la nave sbarcasse i migranti a Lampedusa. I suoi ministri grillini aprivano pubblicamente alla soluzione spagnola, e lui che doveva guadagnarsi la conferma come premier dal Pd ostacolava l'operazione. D'altronde, ricordano a Libero le stesse fonti, bisognava erodere consensi al leghista (il ritorno al voto era più di un'ipotesi) e spettacolarizzare la vicenda, tanto che il 10 agosto - i movimenti della nave sono agli atti - dopo che Open Arms era ferma al largo di Malta da 6 giorni il comandante ha fatto salire a bordo il divo di Hollywood Richard Gere, diventato anche lui testimone ma soprattutto testimonial anti-Salvini. Sennonché Conte, ieri, ha affermato che era Salvini, e non certo lui - no di certo- a voler rendere «il clima incandescente rispetto a una competizione elettorale che poteva essere imminente e si voleva rappresentare un presidente del Consiglio debole sul fenomeno immigratorio mentre il ministro dell'Interno aveva una posizione di rigore». «Questo era il clima politico di quel periodo», ha tenuto a sottolineare il leader grillino.

 

 


LA VICENDA DICIOTTI
Conte, nell'aula bunker di Palermo, ha distinto ancora una volta il caso Open Arms da quello della nave Diciotti, che ad agosto 2018 era rimasta 5 giorni al largo di Lampedusa con 190 migranti a bordo e a seguito di quell'episodio i Cinque Stelle si erano opposti alla richiesta approdata in Senato di mandare a processo il capo della Lega. «Nel caso della Diciotti», aveva già dichiarato Conte, concetto ribadito ieri, «ero d'accordo a impedire lo sbarco». Chissà perché. In quel caso non c'era nessuna crisi di governo in corso e Conte non aveva alcun interesse a sfasciare l'operato di Salvini: il suo ruolo di premier non era in pericolo.

Dai blog