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Ong, Giorgia Linardi contro Piantedosi: "Feroce propaganda l'unica verità"

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Di fronte alla versione della Guardia costiera, le ong perdono le staffe. Qualche giorno fa il Corpo delle Capitanerie di porto ha rivolto alle organizzazioni non governative una chiara accusa: intralciare le operazioni di soccorso degli assetti statali. Risultato? Giorgia Linardi attacca. La portavoce di Sea Watch Italia afferma che le parole del comunicato nascondono una "strumentalizzazione politica", perché "mai prima d’ora la Guardia costiera si era espressa con una simile aggressività e in termini che potrebbero anche essere visti in contraddizione con il diritto internazionale, che impone a chiunque abbia notizie di persone in pericolo in mare di informare le autorità competenti e fornire aggiornamenti sullo sviluppo della situazione". 

All'Adnkronos l'attivista respinge le accuse di intasare i sistemi di comunicazione del Centro nazionale di coordinamento dei soccorsi. "Se le ong possono essere ritenute insistenti nel fornire queste informazioni è perché da anni, ossia dall’attuazione dell’accordo italo-libico, nel Mediterraneo centrale regna il silenzio e manca un coordinamento operativo con la Guardia costiera, che invece fino al 2018 ha coordinato ogni nostro singolo intervento", tuona aggiungendo che è "scorretto e ingiusto ridurre quanto sta accadendo in quel mare a uno scontro tra ong e guardia costiera".

Eppure oggetto delle sue critiche non è la Capitaneria di porto bensì "le politiche di questo e dei precedenti Governi italiani ed europei". "È importante - prosegue - che le responsabilità su quanto sta accadendo vengano attribuite al livello politico e non alle ong o alla guardia costiera, che hanno come unica missione il salvataggio di vite in mare. Le ong sono diventate un testimone scomodo nel Mediterraneo perché raccontano all’opinione pubblica la vergogna delle politiche europee". Insomma, la colpa è di Matteo Piantedosi, ministro dell'Interno: "Riteniamo che una simile comunicazione non sia abituale e che, al contrario, possa essere associata alla nuova direzione politica della Guardia costiera, affidata a un ministro che ha come sua unica verità la feroce propaganda politica, soprattutto sul tema migratorio".

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