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Piantedosi, il piano per Lampedusa: "Tempi strettissimi", cosa cambia

Alessandro Gonzato
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Mentre canaglie “antifasciste”, a Napoli, affiggevano manifesti che lo ritraevano a testa in giù, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi celebrava il 25 aprile a Lampedusa, luogo simbolo dell’epocale ondata migratoria, dello storico disinteresse dell’Europa e dell’abbandono dei precedenti governi di centrosinistra. In mattinata, nel centro d’accoglienza - visitato dal titolare del Viminale c’erano 2.500 richiedenti asilo, il sestuplo della capienza massima. Durante il giorno alcuni sono stati trasferiti ma la situazione non è cambiata molto. Il sovraffollamento va avanti da anni. «Le prometto che da giovedì, quando ci vedremo a Roma», ha detto il ministro al sindaco, Filippo Mannino, «cercheremo di avere già risposte». E poi, rivolgendosi al prefetto Maria Rita Cocciufa: «Gli dobbiamo dare una mano. Dobbiamo trovare un modo, straordinario ovviamente, per aiutarlo».

L’aiuto dovrebbe arrivare grazie a un piano ad hoc per l’isola e i tempi potrebbero essere stretti. Dal Viminale trapela la possibilità di allargare alcuni dei principali centri d’accoglienza, e tra questi l’hotspot di Lampedusa, questo per potenziare sia le procedure d’accoglienza che d’espulsione. Il governo è poi al lavoro per potenziare le capacità di trasporto dei migranti da Lampedusa alla terraferma. «Penso a soluzioni che possano portare a una gestione ordinata dei flussi», ha riferito Piantedosi al sindaco, «dobbiamo lavorare perché Lampedusa diventi l’ingranaggio di un meccanismo più ampio che funziona. E allo stesso tempo dobbiamo aiutare la gente che è all’addiaccio». Il governo due settimane fa ha dichiarato lo stato d’emergenza a seguito dell’eccezionale incremento degli sbarchi. Il sindaco ha lanciato un grido d’allarme: «Di questo passo a giugno non avremo più soldi per pagare la raccolta della spazzatura, non solo per i migranti, ma anche per tutti gli altri, perché io ho usato tutto quello che c’era». Piantedosi, secondo cui «Lampedusa meriterebbe almeno il premio Nobel per la pace», assieme al collega agli Esteri Antonio Tajani sta intensificando i rapporti con le autorità della Tunisia, il Paese nordafricano da cui parte la maggioranza dei migranti.

Si fa più serrato anche il dialogo con le autorità libiche, in particolare con quelle che controllano la Cirenaica. Al centro il contrasto alle Ong che, come da rapporto di Frontex, rappresentano un «fattore attrattivo» peri barchini e i trafficanti di uomini. È scoppiata una polemica a distanza tra il sindaco di Lampedusa e il predecessore, Totò Martello. Il primo ha detto che fosse per lui i migranti li farebbe “bypassare” da Lampedusa. Martello ha replicato: «Non capisco in che modo. Che fa, intende fermare in mare barchini, gommoni e imbarcazioni con a bordo i migranti e gli dice di aspettare una nave che li venga a prendere? Prima di dire cose improponibili ed irrealizzabili, bisognerebbe contare fino a dieci». Prima di Lampedusa Piantedosi è stato a Castelvetrano (Trapani) dove ha partecipato alla cerimonia di svelamento della teca contenente i resti dell’auto di scorta di Giovanni Falcone, la “Quarto Savona 15”: «Nel giorno in cui si celebra la Liberazione dal regime fascista, rivendichiamo pure la liberazione di un territorio dalla mafia. Questa cerimonia ha un valore altamente simbolico, anche dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro».

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