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Immigrazione, a chi rifiuta il Cpr saranno chiesti 5 mila euro

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Se il richiedente asilo non vorrà stare all'interno del Centro di permanenza e rimpatrio per i migranti, allora dovrà pagare 5 mila euro. Si tratta di una cauzione che verrà trattenuta almeno fino all’esito dell’esame del suo ricorso contro il rigetto della domanda. Secondo il decreto del ministero dell’Interno pubblicato nella giornata del 22 settembre in Gazzetta ufficiale, gli stranieri non appartenenti all’Unione europea che arrivano in Italia e fanno richiesta di asilo dovranno versare una garanzia finanziaria di 4.938 euro. Quest'ultima sarà trattenuta al massimo per quattro settimane. Il richiedente asilo poi dovrà dimostrare la "disponibilità di un alloggio adeguato sul territorio nazionale" e della "somma occorrente al rimpatrio e di mezzi di sussistenza minimi". Il provvedimento riguarda chi è nelle condizioni di essere trattenuto durante lo svolgimento della procedura alla frontiera e proviene da un Paese considerato sicuro.

Firmata dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, da quello alla Giustizia Carlo Nordio e all’Economia Giancarlo Giorgetti, la normativa richiama la direttive del Viminale del 1 marzo 2000, in cui si dispone che "lo straniero, ai fini dell’ingresso sul territorio nazionale, indichi l’esistenza di idoneo alloggio nel territorio nazionale, la disponibilità della somma occorrente per il rimpatrio, nonché comprovi la disponibilità dei mezzi di sussistenza minimi necessari, a persona".

 

 

La somma verrà richiesta alla frontiera o nelle zone di transito al richiedente asilo che stato fermato per aver eluso i controlli, o per aver tentato di farlo. La somma di quasi 5 mila euro deve dunque essere versata "in un’unica soluzione mediante fideiussione bancaria o polizza fideiussoria assicurativa ed è individuale e non può essere versata da terzi". Nel caso in cui il richiedente asilo "si allontani indebitamente, il prefetto del luogo ove è stata prestata la garanzia finanziaria procede all’escussione della stessa".

 

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