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Germania, la ministra Baerbock: "Blocco navale? L'Italia non può farlo"

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Nuovo scontro frontale tra Germania e Italia sull'immigrazione. Dopo le polemiche a distanza tra il governo tedesco e il ministro della Difesa Guido Crosetto, arriva il commento pesante di Annalena Baerbock, leader dei verdi e ministra degli Esteri. "Le persone in pericolo in mare devono essere protette - scandisce in una intervista a Deutschlandfunk -. Non possiamo semplicemente respingerle quando si trovano in alto mare".

Berlino, in altri termini, dice un secco "no" all'ipotesi di blocco navale proposto dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Per il governo tedesco questa sarebbe una "linea rossa" da non oltrepassare: "Allo stesso tempo - prosegue la Baerbock nella sua intervista - dobbiamo fare tutto il possibile per garantire che un minor numero di imbarcazioni parta e che si concludano accordi di migrazione con i Paesi al largo dell'Europa".

La ministra tedesca ha fatto riferimento al "grande pacchetto migratorio" negoziato a livello europeo che prevede "per tutti gli Stati, compresa la Germania" che la base sia "logicamente la Convenzione europea dei diritti dell'uomo". "Questa è la base su cui facciamo tutte le leggi, e ci sono anche regole chiare sulla questione del respingimento delle imbarcazioni in alto mare", ha sottolineato Baerbock. In merito alle misure per ridurre le partenze dei migranti dai Paesi di origine, la ministra tedesca ha spiegato che "la Germania, in particolare, è in prima linea su questo fronte. In modo che meno persone salgano facilmente su imbarcazioni pericolose".

Sul tema è intervenuta anche la ministra dell'Interno tedesca Nancy Faeser: "L’unica cosa che aiuterà davvero è una soluzione europea", ha commentato durante un intervento all'emittente Ard respingendo per il momento la proposta del primo ministro bavarese e leader della Csu, Markus Soeder, che ha chiesto un tetto massimo di 200mila profughi l'anno nel Paese. La ministra tedesca ha sottolineato che è necessaria una maggiore distribuzione da parte dell'Ue e che un limite massimo è contrario al diritto internazionale, e ha fatto riferimento anche la Convenzione di Ginevra sui rifugiati. 

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