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Immigrazione, le "balle a grappolo" dei compagni sulle nuove norme

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Alessandro Gonzato
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Balle a grappolo. Finita la vendemmia, ci pensa Repubblica. Stavolta il quotidiano progressista le ha sparate sulle nuove norme che regoleranno le richieste d’asilo e l’accoglienza dei migranti. Sul sito, martedì, Repubblica ha scritto che il governo l’indomani avrebbe eliminato il diritto alla protezione delle donne in gravidanza, e fa niente se nella bozza del decreto legge che circolava da ore tra i cronisti (supponiamo pure a Repubblica...) c’era scritto esattamente il contrario (come certificato nel Consiglio dei ministri di ieri), ossia che la protezione veniva estesa a tutte le donne - attenzione - e non solo a quelle in gravidanza. Era all’articolo 8 (“Disposizioni in materia di accoglienza”), punto 1 comma b.

Non importa: a Repubblica quando c’è da attaccare il governo di centrodestra le parole non sono importanti. Tutto è lecito, e se l’invenzione è una bestialità tanto meglio e cin cin. Repubblica ha sganciato anche un intervistone alla garante per l’infanzia, Carla Garlatti, e a quel punto il governo si è sentito in dovere di intervenire con una nota ufficiale: «È priva di qualunque fondamento la notizia secondo cui nel nuovo decreto verrebbe abrogata la presunzione di minore età (del migrante, ndr) nei casi di dubbio. In tali casi infatti la presunzione, art.19-bis, comma 8 (...) resta invariata: viene solo eccezionalmente accelerata, in presenza di flussi particolarmente ingenti, la procedura d’accertamento, effettuata sotto controllo dell’autorità giudiziaria competente. Pertanto», prosegue la nota, «non è prevista alcuna inversione dell’onere della prova circa l’età del minore».

 

Aveva detto così la garante dei minori: «Non si può derogare dalla presunzione di minore età, è impensabile che un ragazzo che arrivi in Italia dopo quel tipo di viaggio possa dimostrare quanti anni ha (...)», concetti ribaditi in parlamento per l’eccitazione di Pd e 5Stelle, che hanno alimentato le falsità di Repubblica per tutto il giorno. L’edizione cartacea del quotidiano strilla che «il Consiglio dei ministri taglia con l’accetta alcune garanzie finora ritenute intoccabili, a cominciare dalla presunzione della minore età». Ancora Palazzo Chigi, per forza: «Si assiste con stupore alla continua diffusione di notizie non veritiere e anzi fortemente errate. Dagli organi di informazione ci si attenderebbe una verifica puntuale, prima di diffondere notizie in grande evidenza».

Altre sparate di organi ed esponenti di sinistra: per il migrante l’alternativa è tra il pagamento di 5mila euro di cauzione e il trattenimento nei centri per i rimpatri. Falso: l’alternativa, per il migrante, è presentarsi col passaporto o con qualsiasi altro documento valido all’identificazione. Repubblica contesta anche la parte del decreto che «prevede l’espulsione senza troppe garanzie (per Repubblica) di chi viene ritenuto socialmente pericoloso anche se è una persona col permesso di soggiorno di lunga durata». Per Rep non va bene nemmeno che il migrante che presenta richiesta d’asilo e non si presenta in questura il giorno della convocazione si veda cancellare la domanda: ma sì, chi se ne frega se si è dato alla macchia. Perla sinistra vulgata la cauzione viene chiesta a chi fugge da torture e persecuzioni, e peccato che come pubblicato dal governo venga richiesta solo a chi proviene da Paesi ritenuti sicuri (al momento sono 16), elenco aggiornato periodicamente dal ministero degli Esteri.
Le bufale di Repubblica e della sinistra sono un fiasco.

 

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