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Iolanda Apostolico nel mirino del Csm: cosa rischia adesso

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Iolanda Apostolico ora rischia il trasferimento d'ufficio. Al Csm il Consiglio presieduto dall’avvocato leghista Fabio Pinelli si è spaccato due volte. "I laici filo-governativi assieme a Italia viva la 'condannano' dando come assodato che la giudice di Catania partecipò nel 2018 alla manifestazione anti-Salvini E così il "processo” per Apostolico "è già scritto", riporta La Repubblica. Il presidente della prima commissione che si occupa dei trasferimenti d’ufficio, Enrico Aimi, ex senatore di Forza Italia, di professione avvocato, stavolta veste i panni dell’accusa e chiede che i "i giudici siano come la moglie di Cesare", "l’autonomia e l’indipendenza del magistrato deve riguardare anche la sua proiezione esterna e la toga non deve essere solo terza e imparziale, ma deve anche apparire tale".

 

 

Secondo La Repubblica, insomma, la Apostolico "è già stata condannata". Ma dentro Italia Viva la si pensa come Aimi. Il renziano Ernesto Carbone, infatti, cita "l’interpretazione granitica della Cassazione che impone di escludere anche il sospetto dell’imparzialità". Ergo, è il ragionamento, "se hai manifestato sotto la nave Diciotti, devi astenerti sui migranti". E così la vede pure Matteo Renzi: "Scandaloso che un magistrato vada in piazza". E ancora: "Io sulla vicenda della nave Diciotti già nel 2018 ho criticato ferocemente Salvini in Parlamento, perché non la penso come lui. Che però un magistrato partecipi a un’iniziativa politica, paradossalmente è un regalo che fa alla narrazione di Salvini. Perché quel magistrato che fa politica, toglie credibilità e autorevolezza all’indipendenza della magistratura. È la stessa roba del generale Vannacci. Chi ha una divisa, chi è un magistrato, deve rispettare il proprio confine".

 

 

Di sicuro al Csm la tensione è altissima. Almeno in prima commissione, "la destra potrebbe perdere sul trasferimento d’ufficio, visto che il centrosinistra può contare su tre togati (Abenavoli di Area, Miele di Md, Forziati di Unicost) e il laico Papa di M5S, a fronte del forzista Aimi e di Paolini di Mi". Ma allo stesso tempo, si legge sempre su Repubblica, "spostare l’attenzione sulla vita del magistrato e sulle eventuali attività esterne a quella giudiziaria, è un modo per eludere il confronto sul merito del provvedimento e un tentativo di delegittimare l’attività giurisdizionale". Ma attenzione "alla fine potrebbe vincere chi la pensa come Salvini", si conclude nell'articolo. 

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