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Ong sfidano il governo: "Conseguenze penali?", la flotta prende il largo

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La Mare Jonio sfida ancora il governo. L'imbarcazione della ong Mediterranea saving humans è salpata dal porto di Trapani per la missione numero 14 nel Mediterraneo centrale. E non senza mandarle a dire all'esecutivo guidato da Giorgia Meloni. "Dopo settimane di controlli da parte delle autorità italiane (l'ultima ispezione a bordo è avvenuta due ore prima della partenza), nonostante siano state minacciate conseguenze penali fino all'arresto nel caso in cui non fossero state scaricate tutte 'le attrezzature e gli equipaggiamenti di soccorso' dalla nave, abbiamo finalmente preso il largo", afferma una nota di Mediterranea. 

La ong dice di essere "felice di poter tornare a operare in mare. In questi mesi - spiega la capomissione a bordo Sheila Melosu - le navi della Flotta civilmediterranea Saving Humans sono riuscite a salvare migliaia di persone in pericolo, decine di migliaia sono state soccorse dalla Guardia costiera italiana o riuscite ad arrivare in autonomia, ma purtroppo da inizio anno oltre 2300 hanno perso la vita nel Mediterraneo. Anche solo una nave in più fa la differenza tra la vita e la morte in mare".

Ed ecco altre critiche all'Italia: "Dopo i fatti di Lampedusa, con migliaia di persone ammassate nell'hotspot, il governo Meloni ha varato l'ennesimo decreto legge che calpesta i diritti dei migranti. In questo clima il governo ha cercato di creare ogni tipo di cavillo burocratico - fa eco Laura Marmorale, presidente di Mediterranea Saving Humans - per impedire alla Mare Jonio di tornare in mare. In realtà, la volontà politica di fermare l'unica nave della flotta civile battente bandiera italiana è chiara nel quadro della propaganda governativa che criminalizza le persone migranti e chi è solidale con loro. E cerca di togliere dal mare testimoni scomodi della collaborazione con Libia e Tunisia".

 

 

Nel frattempo non mancano le missioni finanziate dalla Germania. "Venerdì pomeriggio, la nave di soccorso tedesca Sea-Eye 4 ha lasciato il porto della città spagnola di Burriana ed è partita per la sua quarta missione dell'anno. È la prima missione finanziata in parte da fondi federali", si legge in un comunicato nel quale si ricorda che il sostegno finanziario è stato deciso dal parlamento tedesco nel novembre scorso e il ministero degli Esteri di Berlino sta attuando la decisione versando i fondi. Dietro gli aiuti però ci sono tanti altri donatori. Tra questi "un centinaio di privati". 

 

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