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Ong, Mediterranea insulta il governo: "Complici di deportazione"

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La Mare Jonio è bloccata in porto e sotto fermo amministrativo per aver violato le nuove regole introdotte dal governo Meloni sui flussi migratori e le operazioni in mare da parte delle navi umanitarie. Ma adesso l'Ong di Casarini, Mediterranea, presenta ricorso e chiede che venga rimessa in mare la nave sotto ganasce. E nelle motivazioni che accompagnao il ricorso si fanno accusa precise (e infamanti) contro il governo italiano: "Le motivazioni dei provvedimenti che hanno colpito la Mare Jonio sono illegittime", sono le premesse del dossier presentato dall'ong. Ma subito dopo i toni si fanno più duri: "A comandante e armatore viene contestato il fatto di 'non aver informato' il Centro di coordinamento libico e, soprattutto, di non aver chiesto alla Libia il porto di sbarco - ricostruisce Mediterranea saving humans -. In sostanza il governo italiano voleva ci rendessimo complici della deportazione dei naufraghi in Libia, proprio il paese da cui le 69 donne, uomini e bambini, stavano fuggendo".

Il ricorso insiste sul fatto che "la Libia non può essere considerata un luogo sicuro dove sbarcare i naufraghi e le sue autorità pertanto - sostiene la Ong - non possono essere considerate interlocutrici legittime al momento in cui sia necessario ricevere istruzioni in merito allo sbarco di naufraghi". Insomma secondo quanto riporta l'Ong il nostro governo avrebbe fatto pressioni sul comandante e l'armatore per rendersi "complici di una deportazione".

Parole gravissime che di certo innalzano il livello di scontro tra l'ong e l'esecutivo. Poi, sempre Mediterranea aggiunge: "Il comandante della Mare Jonio ha fatto fino in fondo il suo dovere, nel pieno rispetto del diritto italiano e internazionale, obbedendo non solo a solidi principi etici e morali ma anche alle Convenzioni Sar di Amburgo e al diritto d’asilo di Ginevra, rifiutando invece di sottostare a istruzioni che avrebbero rappresentato gravissime violazioni della Convenzione europea per i diritti umani (Cedu, ndr) e della Carta fondamentale dell’Unione europea, oltre che dei nostri principi costituzionali. Illegittima è dunque la pretesa del governo italiano - ancora la Ong - che la Mare Jonio consegnasse alle autorità libiche le 69 persone soccorse a bordo e illegittime sono la sanzione e il fermo che ha colpito la nave". Infine l'affondo, fors eil più grave: "La sentenza servirà anche a condannare le violazioni dei diritti fondamentali che avvengono, con la complicità del governo italiano, nel Mediterraneo".

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