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Immigrazione, la ricetta-Meloni? Funziona, fa scuola nella Ue e convince anche Londra

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Il destino non è scritto. La politica di contrasto all’immigrazione irregolare fondata su «esternalizzazione e spostamento delle frontiere europee», con la quale «non è cambiato niente» (Elly Schlein alla conferenza nazionale del Pd, 20 gennaio 2024), sta invece cambiando tutto. Anche se la sinistra racconta il contrario, la resa a ondate migratorie incontrollate e capaci di stravolgere nel giro di poche generazioni intere società, di creare enclave in cui le ragazze non possono indossare una gonna e uscire da sole, come avviene a Molenbeek in Belgio e a Saint-Denis in Francia, non è inevitabile. Ci sono decisioni che possono fare la differenza.

Ora lo dicono anche i dati di Frontex, l’agenzia della guardia di frontiera della Ue, e le scelte del governo britannico del laburista Keir Starmer, il cui partito è membro dei Socialisti europei, la stessa famiglia del Pd. Giunto da poco più di un mese al numero 10 di Downing Street, Starmer è l’ultimo una lista di leader europei che intendono imitare le scelte italiane e raggiungere un’intesa col governo di Giorgia Meloni per contrastare insieme i trafficanti di esseri umani. (...)

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