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Miranda rinnega "Sex ah the city""Troppi soldi, poco amore:la serie devastante per le donne"

Carrie, Samantha, Charlotte e Miranda

A quindici anni dall'uscita della prima puntata l'attrice, in prima fila per il riconoscimento dei diritti omosessuali, smonta la favola delle quattro amiche

Nicoletta Orlandi Posti
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di Marianna Baroli Se c'è una certezza nel mondo della televisione è che Sex and the City ha contribuito con le sue storie di amore, amicizia e sesso a rivoluzionare la figura della donna nella società moderna. Carrie, Samantha, Charlotte e Miranda sono state le protagoniste della vera rivoluzione femminile degli anni Novanta con la loro spiccata vena di indipendenza tracciata sulle strade newyorkesi a colpi di tacchi vertiginosi. Ma che succede quando, a quindici anni dalla messa in onda del primo episodio, una delle protagoniste si ribella e critica proprio quei valori che hanno reso celebre lo show in tutto il mondo? A parlare è Cynthia Nixon, l'attrice ora 47enne, che per anni ha vestito il ruolo dell'avvocatessa dai capelli rosso fuoco Miranda Hobbes. È lei che tira le somme su quello che è stato definito «il telefilm manifesto dell'indipendenza femminile» definendo lo show, tutt'altro che femminista. Intervistata per il New York Times, la Nixon non ha perso l'occasione di puntare il dito contro il collegamento stretto tra amore e denaro che il telefilm ha sempre sottolineato ed enfatizzato, specialmente nel rapporto sentimentale tra Mr. Big e Carrie Bradshaw.  «È devastante quello che le donne del pubblico pensano sia il vero amore». L' episodio che ha segnato la rottura di Cynthia Nixon con il franchise è il momento in cui, a Londra, il pubblico presente in sala per la premiere di Sex and the City - il Film, ha applaudito e acclamato l'amore tra Big e Carrie durante l'episodio in cui il multimilionario interpretato da Chris Noth mostra all'amata Sarah Jessica Parker un'immensa cabina armadio costruita apposta per lei nella novella alcova d'amore. Un episodio che ha segnato la Nixon tanto da portarla a pensare: «È questo che è davvero l'amore per le donne di oggi? Un uomo abbastanza ricco da potersi permettere una cabina armadio?».  Ma non solo. La Nixon, che nella realtà è sposata con Christine Marinoni e che ha lottato in prima fila per il riconoscimento dei rapporti omosessuali ha spiegato di non aver mai pienamente gradito il rapporto ad intermittenza tra Big e Carrie e il finale - con la Bradshaw che riaccoglie nella sua vita e sposa l'amato John. «Ho pensato fosse spaventosa quella reazione» ha affermato la Nixon «Applausi, urla e gente che piangeva. È questo che davvero abbiamo contribuito a creare?». A smontare la favola si era impegnata già al tempo dell'uscita nelle sale cinematografiche, la critica mondiale. La scena della cabina armadio era stata definita come la prova vivente di come i soldi fanno la felicità in amore. E se al coretto delle critiche si aggiunge anche la scrittrice Candace Bushnell, autore del primo volume della saga, allora è tempo che Sex diventi Guai in the City. È proprio lei che al sito Fashionista.com ha confessato che «nella vita reale sarebbe impossibile finire con un uomo come Mr. Big» e nello sventurato caso accadesse, «un matrimonio con un personaggio simile durerebbe meno di un anno». Amicizia, amore, sesso e potere: il mito di Sex and the City finisce così, tra le braccia di un prequel - The Carrie Diaries in onda dal 20 giugno su Mya - e disprezzato dalle stesse persone che hanno contribuito alla nascita del fenomeno.

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