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Di Battista a Belpietro: "Tutte le bugie di Renzi su finanziamento ai partiti e banche: deve dimettersi"

I parlamentari italiani si sono concessi un lunghissimo ponte per il mese di dicembre, che di fatto si riduce a pochissimi giorni di lavoro effettivo. E poi c'è lo stanziamento da parte dell'ufficio di presidenza della Camera di milioni di euro a favore dei partiti, nonostante si ritenesse ormai finito il finanziamento pubblico alle forze politiche. Il direttore di Libero, Maurizio Belpietro, ne discute con il deputato del Movimento Cinquestelle Alessandro Di Battista, ospite della puntata di giovedì 10 dicembre della rubrica la Telefonata su Canale 5. I grillini hanno protestato con l'iniziativa dell'ufficio di Laura Boldrini: "Il Movimento Cinquestelle ha già rinunciato alla sua quota di finanziamento - ricorda Di Battista - Ieri mentre crollava un'ala della facoltà di veterinaria a Napoli, il Parlamento dava il suo ok al finanziamento per tutti i partiti politici, utilizzando una leggina di un parlamentare di Sel, poi passato al Pd, cioè Boccadutri, che raggira i controlli". Eppure, ricorda Belpietro, nel 2016 sarebbe dovuto finire il finanziamento pubblico ai partiti: "Questa è una delle ennesime balle - insiste il deputato grillino - In un paese normale il Presidente del Consiglio si sarebbe dovuto dimettere per aver mentito agli italiani su un tema così importante che riguarda i nostri soldi: il Pd non ha abolito il finanziamento pubblico ai partiti e nel 2018 cambierà solo nome". Se però si toglie il finazimento pubblico, chiede il direttore di Libero, il rischio non sarà che resterà a far politica solo chi può permetterselo? Secondo Di Battista la soluzione va cercata nel privato: "Non esiste solo il finanziamento pubblico. La proposta del M5S è di abolirlo, così come chiesto nel referendum del 1993, e di regolamentare il finanziamento privato, cioè permettere ai cittadini di finanziare un movimento politico, ma con regole chiare, così si esclude che ci possa essere un grande lobbista che dà 500mila euro al Pd e in cambio chieda qualcosa". Salva-banche - Si stanno diffondendo in tutta Italia le proteste dei risparmiatori rimasti senza soldi dopo il decreto del governo che sì, ricorda Belpietro, ha salvato le banche ma non tutti i loroi rispari. E ieri c'è stata anche la prima vittima. Quale potrebbe essere allora la soluzione: "Da una parte della sinistra viene considerato uno sciacallo chi sottolinea la drammatica vicenda del pensionato che si è suicidato. Ma secondo me - aggiunge Di Battista - i veri sciacalli siedono ancora in Parlamento, sono moltissimi, e anche nei border di molte banche: i loro diritti sono più importanti di quelli dei cittadini. Lo ha detto anche il Papa. Se gli esodati, i pensionati minimi, i pescatori siciliani, gli imprenditori veneti strozzati dalle tasse si chiamassero banche, li avrebbero già salvati da un pezzo". Una soluzione il M5S l'ha individuata in Banca d'Italia: "Esistono dei dividendi di Bankitalia, ci sono dei responsabili al suo interno visto che non ha controllato chi ha fatto operazioni speculative che hanno portato al fallimento delle banche. E poi dividere una volta per tutte le banche commerciali da quelle di investimento, così che un cittadino possa sapere che se va a mettere i soldi in una banca, quella non fa operazioni speculative, che fa giochi in borsa, ma che offre credito e fa le operazioni normali di una banca".

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