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Taranto e mafia, gli indagati: "Scambio elettorale"

I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Taranto, con il supporto di personale e di mezzi del Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata, dei Comandi Provinciali di Bari, Lecce, Taranto e Brindisi e della Sezione Aerea di Bari, hanno dato esecuzione a un'ordinanza, emessa dal gip del Tribunale di Lecce su richiesta della Dda salentina, applicativa di misure cautelari personali nei confronti di 29 indagati (26 in carcere e 3 agli arresti domiciliari) e del sequestro preventivo di beni del valore complessivo di circa 6,4 milioni di euro per associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, traffico di sostanze stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori, estorsione e detenzione illegale di armi. Le indagini, anche di natura tecnica, hanno consentito alle Fiamme Gialle joniche di svelare la presenza e l'operatività nei Comuni tarantini di Statte e di Crispiano di un presunto gruppo criminale. Secondo l'accusa, gli indagati, tra il 2020 e il 2021, avrebbero fatto parte di un'organizzazione di tipo mafioso, dotata di armi, e si sarebbero resi responsabili di numerose condotte illecite concernenti lo scambio elettorale politico-mafioso, la cessione di partite di stupefacenti, la detenzione di armi e l'intestazione fittizia di beni a prestanome, nonché DISTRIBUTION FREE OF CHARGE - NOT FOR SALE

 

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