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Disastro sul lavoro: il blocco dei licenziamenti è diventato blocco delle assunzioni

Tra le varie misure contenute nel decreto sostegni bis approvato dal governo è spuntata a sorpresa anche una norma molto discussa che riguarda i lavoratori. Il ministro del Pd Andrea Orlando, raccogliendo i suggerimenti dei sindacati, che sono comunque insoddisfatti, ha inserito una altra proroga di due mesi del blocco dei licenziamenti, dunque fino al 30 agosto, per le aziende che utilizzano la cassa integrazione ordinaria per il Covid. Sappiamo bene che la crisi economica scatenata dalla pandemia ha messo in ginocchio le imprese e che ora c'è il rischio di una bomba sociale, con centinaia di migliaia di lavoratori che potrebbero perdere il posto non appena le aziende avranno la possibilità di adeguare gli organici all'andamento dei propri affari. Ma la scelta di puntellare i livelli occupazionali per legge ad oltranza invece di creare le condizioni più favorevoli alla ripartenza è quella giusta? Vediamo cosa sta accadendo nel mercato del lavoro. Nel primi due mesi dell'anno, ha rivelato  l'Inps, le assunzioni riferite al comparto privato sono state complessivamente 835mila. Nello stesso periodo dello scorso anno, prima che scoppiasse l'emergenza, erano state un milione e 168mila. Si tratta di un calo del 28%. E la flessione è stata robusta anche per quello che riguarda le trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato: il dato dell'istituto di previdenza parla di un 40% di nuovi posti fissi in meno.
Cosa significa questo? Da una parte che il blocco dei licenziamenti, come ha più volte paventato Confindustria, si è trasformato in un blocco delle assunzioni. Dall'altra che le politiche attive in grado di incrociare domanda e offerta ancora non funzionano e a nessuno è venuto in mente che era questo, probabilmente, il primo fronte su cui intervenire.

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