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Mario Draghi, l'ultimatum ai partiti: "O così o me ne vado". Retroscena: le richieste del premier

I cosiddetti pompieri del governo parlano di clima "disteso, buonissimo", di un premier accorto e attento, ma non arrabbiato. Tant'è che al termine della cabina di regia sul caro bollette, fonti governative sottolineano come non sia stato fatto "alcun cenno" alla strigliata di ieri, impartita da Mario Draghi ai leader della maggioranza. La necessità di gettare acqua sul fuoco, impongono di far scendere la tensione. Ma la realtà è tutt'altra cosa. Draghi continua ad essere particolarmente irritato con i partiti che sostiene il suo governo. Ovviamente la conferenza stampa del capo dell'esecutivo, convocata per spiegare i provvedimenti decisi dal Consiglio dei ministri contro il caro energia, rientra nella tattica del paravento, in modo da potersi muovere dietro le quinte con maggior scioltezza. E Draghi, d'intesa con Mattarella, stavolta non è disposto a fare sconti a nessuno. Anche a costo di mettere in discussione la coalizione. Perché il confronto va pure bene, ma non la logica dei ricatti, tantomeno quella dei veti incrociati, non è accettato.

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