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"Fame d'aria": il racconto del disamore di un padre che ci costringe a guardare il dolore

Prima di parlarvi di Fame d’aria di Daniele Mencarelli per Mondadori è necessaria una premessa: se leggete per scappare, se le pagine di un libro sono una via di fuga alla ricerca di vite e mondi perfetti ecco, allora non dovete avvicinarvi a questo libro. Se invece volete guardare in faccia la realtà, e accettate che le parole vi scuotano, Fame d’aria è un libro che non dimenticherete.  L’autore Daniele Mencarelli è già noto Per tutto chiede salvezza, il libro a cui è ispirata l’omonima serie Netflix.

Fame d’aria racconta la storia di Pietro Borzacchi e di Jacopo, suo figlio gravemente autistico. I due erano diretti in Puglia a bordo di una vecchia Golf ma un guasto all’auto costringe Pietro a cambiare programma.  E’ venerdì pomeriggio e l’unico meccanico accetta di aiutarli ma serve un pezzo di ricambio e fino al lunedì successivo non può fare nulla. Pietro e Jacopo dormono in Molise, a Sant’Anna del Sannio, in una vecchia pensione. Jacopo non è autosufficiente e Pietro è stanco di trascinarlo in giro come una protesi, è stanco degli sguardi delle persone, dei pannoloni da cambiare. Dice: "I genitori dei figli sani non sanno niente, non sanno che la normalità è una lotteria".  E quando gli spettatori della sua disgrazia cercano di consolarlo lui dice: vi riempite la bocca, ma non ci state voi all’inferno. Mencarelli racconta il disamore di un padre e ci costringe a guardare il dolore. Pietro in qualche modo non sveliamo come si salva, noi restiamo impigliati dentro le pagine di questo bellissimo libro, affamati d’aria.

A cura di Lucia Esposito

 

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