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Luigi Di Maio, il silenzio dopo il sì al decreto sicurezza-bis: capo chino per non perdere la poltrona

Altro che super-fronda e crisi di governo: il M5s si è piegato a tempo record a Matteo Salvini sul decreto sicurezza-bis, approvato senza alcun patema nonostante i boatos della vigilia e le voci su agguati che non si sono mai verificati. Troppo importante, per i pentastellati, non perdere poltroncina e potere: sanno benissimo che dalle prossime elezioni, con discreta evidenza, ne usciranno fatti a pezzettini. (Nel video, Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev, i leghisti esultano in aula dopo l'approvazione del sicurezza-bis) E, tra i pentastellati, chi incarna al meglio il terrore di perdere uno strapuntino di potere è il capo politico, Luigi Di Maio, il quale continua a piegare il capo al cospetto del ministro dell'Interno. Un Di Maio che, stando a rumors e indiscrezioni, è sempre più solo all'interno del M5s. Un Di Maio che dopo l'ok al decreto sicurezza-bis non è riuscito a dire una parola. O meglio, sì, lo ha fatto: ha affermato che il taglio del cuneo fiscale e il salario minimo restano una priorità. Ma su quanto accaduto muto: nessun tipo di "giustificazione", nessuna spiegazione alla base inferocita. Nulla di nulla, segno di una sconfitta a tutto campo. Leggi anche: Luigi Di Maio si vendica contro Massimo Bugani Silenzio, per giunta, anche sulla paradossale mozione contro la Tav presentata dal M5s contro il loro stesso governo. Mentre si sviluppava lo scontro tra Salvini e Danilo Toninelli, Giggino restava silente. Meglio tacere, la decisione è già presa da tempo: i pentastellati governativi sono per l'accordo tacito, silenzio assenso. Anche su questo punto stravince Salvini. E Di Maio, temendo di scomparire per sempre dai radar della politica, tace e incassa.

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