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Giorgia Meloni, l'analisi di Piero Ignazi: perché la leader di FdI può fregare Salvini

Il panorama della destra si sta riconfigurando. Al declino, irreversibile, di Forza Italia corrisponde non solo la crescita della Lega ma anche il rafforzamento di Fratelli d' Italia, ormai proiettata sopra il 10%. Per un certo periodo, culminato con le elezioni europee dell' anno scorso, sembrava che la Lega egemonizzasse tutto lo spazio di destra. Ora, il momento di grazia sembra passato, e l' affanno di Salvini in Emilia Romagna lo evidenzia. Ma se il leader leghista rallenta, Giorgia Meloni accelera. Si profilano all' orizzonte due destre, destinate a competere perché si contendono lo stesso elettorato. Lo scrive Piero Ignazi nel suo commento su Repubblica mercoledì 8 gennaio.  Fratelli d' Italia, il partito di Giorgia Meloni, ha una identità precisa che deriva dalla tradizione missina poi filtrata in Alleanza Nazionale. I suoi punti fermi vengono da quella storia: orgoglio nazionale con punte di vero e proprio nazionalismo, ruolo attivo dello Stato in economia, sensibilità per i problemi del Mezzogiorno, una certa attenzione ai diritti sociali. Fratelli d' Italia dispone di una classe politica sperimentata, e di una leadership indiscussa e fortemente caratterizzata. Tuttavia manca di esperienza e credibilità amministrativa. Il passaggio di livello potrebbe avvenire se Giorgia Meloni conquistasse la poltrona di sindaco di Roma. Lega e Fratelli d' Italia sono guidati da leader giovani e di forte presa, hanno una tradizione, non rinnegata, di vita partitica tout court, e classi dirigenti "in ascesa" desiderose di affermarsi. La (naturale) competizione che si accenderà nel prossimo futuro per spartirsi le spoglie dell' elettorato di destra e quello di derivazione berlusconiana, si giocherà su chi offrirà il profilo e l' identità politica più netti e più in sintonia con i sentimenti profondi del loro bacino di riferimento, e non solo di quello. E non è detto che la Lega sia la favorita.

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