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Mario Draghi al Meeting di Rimini: "Debito a carico dei giovani, basta sussidi". Conte sta sbagliando tutto?

I sussidi non bastano. Mario Draghi, dal palco del Meeting di Rimini, mena un duro fendente a Giuseppe Conte e al governo di Pd e M5s che ha fatto dell'assistenzialismo la sua cifra politica, anche e soprattutto nell'emergenza coronavirus. "In questo susseguirsi di crisi - premette l'ex numero uno della Bce - i sussidi che vengono ovunque distribuiti sono una prima forma di vicinanza della società a coloro che sono più colpiti, specialmente a coloro che hanno tante volte provato a reagire. I sussidi servono a sopravvivere, a ripartire". Ma, sottolinea Draghi, "ai giovani bisogna dare di più: i sussidi finiranno e resterà la mancanza di una qualificazione professionale, che potrà sacrificare la loro libertà di scelta e il loro reddito futuri".

"Il debito creato con la pandemia è senza precedenti e dovrà essere ripagato principalmente da coloro che sono oggi i giovani", sottolinea ancora Draghi -. È nostro dovere far sì che abbiano tutti gli strumenti per farlo pur vivendo in società migliori delle nostre. Per anni una forma di egoismo collettivo ha indotto i governi a distrarre capacità umane e altre risorse in favore di obiettivi con più certo e immediato ritorno politico: ciò non è più accettabile oggi". Draghi, davanti alla platea (ridotta causa epidemia) di Comunione e Liberazione si richiama a due concetti-chiave: pragmatismo e solidarietà. "Nelle attuali circostanze il pragmatismo è necessario, proprio perché oggi la politica economica è più pragmatica e i leader che la dirigono possono usare maggiore discrezionalità, occorre essere molto chiari sugli obiettivi che ci poniamo". Il debito che accumuleremo sarà sostenibile solo se utilizzato "a fini produttivi" (capitale umano, infrastrutture, ricerca, formazione dei giovani). Se diventerà assistenzialismo, sarà "debito cattivo". Quindi un richiamo all'Europa e al Recovery Fund: "La solidarietà che sarebbe dovuta essere spontanea, è stata il frutto di negoziati. Nell’Europa forte e stabile che tutti vogliamo, la responsabilità si accompagna e dà legittimità alla solidarietà. Perciò questo passo avanti dovrà essere cementato dalla credibilità delle politiche economiche a livello europeo e nazionale. Allora non si potrà più, come sostenuto da taluni, dire che i mutamenti avvenuti a causa della pandemia sono temporanei". 


Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

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