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Gregorio De Falco, supercazzola e insulti a Matteo Salvini: "Rifasamento. Il leader della Lega illegale"

Doveva essere un "costruttore" al servizio di Giuseppe Conte, dopo essere stato in precedenza un grillino. Ma niente di fatto. Per mutuare un gergo di navigazione, tutto è naufragato: Giuseppe Conte e il suo progetto. Il costruttore mancato è Gregorio De Falco, l'ammiraglio prestato alla politica, quello del tragico e celeberrimo "torni a bordo ca***" ai tempi della Costa Concordia e di Francesco Schettino. E ora, De Falco, si ricicla e si iscrive al partito del governo di Mario Draghi. E lo fa in veste di portavoce del gruppo Europeisti- Maie-Centro democratico al Senato, dove oggi, martedì 9 febbraio, ha incaricato Mario Draghi, il presidente del Consiglio incaricato.

E dopo l'incontro, ecco le (surreali) dichiarazioni alla stampa di De Falco. Si presenta davanti ai giornalisti e parla (anche) di Matteo Salvini, di quel leader della Lega che ha sempre combattuto e osteggiato. Ma ora se lo potrebbe ritrovare alleato di governo. E per "giustificare" questa mutazione, ecco che l'ammiraglio si presta a una roboante supercazzola: "Salvini è un esponente della Lega ma non è la Lega in toto, evidentemente - premette con dubbia solennità -. In corso di navigazione, quando uno si accorge di aver sbagliato qualcosa o che magari gli elementi perturbatori del moto, il vento e la corrente, ti hanno portato in un altro punto rispetto a quello previsto, bisogna effettuare il cosiddetto rifasamento:  bisogna riportare ad una diversa rotta, a una diversa velocità, in modo tale da poter rientrare nelle norme", aggiunge De Falco.

Il tutto, ovviamente, riferendosi a Salvini. Ma cosa diavolo avrà voluto dire, De Falco? Una soluzione al rebus la offre lui stesso, a strettissimo giro di posta, affermando: "Cioè, l'approccio che ha tenuto sino ad adesso la Lega per quel che riguarda l'immigrazione semplicemente è illegale. Tutto qui, grazie", conclude. Insomma, ci teneva soltanto a dire che Salvini sarebbe stato "illegale". "Tutto qui". Per certo, non uno dei migliori presupposti per provare a collaborare nel nascente governo Draghi.

Video: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

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