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Srebrenica fu genocidio? Ammetterlo aiuterebbe parenti delle vittime

Roma, 21 mag. (askanews) - Per i parenti delle vittime del massacro di Srebrenica, quasi trent'anni dopo, perdonare appare ancora impossibile. Ma se i serbi di Bosnia e Belgrado smettessero di negare e ammettessero che l'atrocità commessa fu genocidio, come sostiene una bozza di risoluzione Onu che sarà votata giovedì 22 maggio, ciò aiuterebbe a ritrovare la pace, secondo alcuni sopravvissuti.

Kada Hotic, vice-presidente della principale associazione delle madri di Srebrenica, al cimitero Memorial Centre:

"Coloro i quali hanno spinto la loro gente su questa posizione, accettino la verità, affinché possiamo tutti trovare pace e andare avanti con la vita", ha spiegato in un'intervista ad Afp.

La 79enne co-direttrice dell'associazione ha visto la sua intera famiglia - il figlio, il marito e due fratelli - uccisa nel massacro del 1995.

"Ovviamente mio figlio non tornerà in vita. Non perdonerò mai i criminali. Ma potrei farlo se venissero a chiedere perdono e affermassero 'non ce n'era bisogno, condanniamo i criminali'. Ciò sarebbe una cura per tutti noi".

"Uno degli scopi di questa risoluzione - ha proseguito - dovrebbe essere servire come lezione e messaggio per le future generazioni, per chiunque abbia pensieri mostruosi: un crimine non paga mai. Nel crimine commesso qui siamo tutti perdenti".

L'11 luglio 1995, pochi mesi prima della fine della guerra interetnica in Bosnia, le forze serbo-bosniache conquistarono la città orientale e nei giorni successivi uccisero più di 8.000 uomini e ragazzi bosniaci, la peggiore atrocità compiuta durante la guerra in Bosnia (1992-1995), già dichiarata atto di genocidio da due tribunali internazionali. Ma molti leader politici e religiosi serbi, oltre che cittadini comuni, continuano a negare che il massacro di Srebrenica fu genocidio. Tra di loro anche il presidente serbo Aleksandar Vucic, che da settimane combatte contro la risoluzione che vuole fare dell'11 luglio "La Giornata internazionale di riflessione e commemorazione del genocidio del 1995 a Srebrenica" a partire dal 2025.

Sadeta Suljic, 57 anni, ha perso il fratello e il padre nel massacro ed è presidente di un'associazione dei famigliari delle vittime:

"Se questa risoluzione venisse adottata, penso che molta gente dirà: 'Ascoltate, dobbiamo fermarci, dobbiamo dire cosa è successo'. Penso qui alla Repubblica Serba, al popolo serbo, che un giorno inizierà a venire qui a rendere omaggio a queste vittime e dire 'mi spiace, a nome delle persone che hanno fatto questo. È questo il nostro obiettivo".

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