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La vita, istruzioni (possibili) per l'uso: Nan Goldin filmmaker

di TMNewsvenerdì 10 ottobre 2025
3' di lettura

Milano, 10 ott. (askanews) - Nan Goldin è un'artista che ha in sé la forza, spesso complessa e dolorosa, di essere un simbolo di ciò che definisce il contemporaneo, di che cosa significa vivere ogni aspetto del proprio lavoro con intensità totalizzante. La sua ricerca ha segnato il modo in cui pensiamo oggi l'arte, ma anche le relazioni umane più profonde. Pirelli Hangar Bicocca le dedica a Milano una mostra che per la prima volta indaga tutta la sua produzione di video e slideshow.

"Da sempre - ha detto a askanews Lucia Aspesi, che ha curato la mostra insieme a Roberta Tenconi - la vita è l'essenza principale che ispira Nan e che si ritrova in tutte le sue immagini è stata diciamo il thread che l'ha guidata e l'ha fondamentalmente anche fatta crescere come artista, come filmmaker. Lo Slideshow non è nient'altro che un'immagine in movimento e il cinema è questo che ci racconta".

Un movimento che è anche interiore, che tocca corde profonde della vita dell'artista ovviamente, ma anche dello spettatore, che viene chiamato dall'allestimento composto da una serie di casette, a entrare fisicamente nello spazio che poi si rivela soprattutto artistico e simbolico del cinema di Nan Goldin, e viene invitato a farlo, in un certo senso, abbandonandosi alle opere, senza difese. "Nan Goldin ha una poetica magistrale - ha aggiunto Lucia Aspesi - per raccontarci quella che è proprio l'essenza primaria della vita, dove amore e perdita si coniugano e le sa far risuonare quello che è il sentire di ognuno di noi nel cammino della nostra esistenza".

E poi c'è lei, Nan Goldin, con la sua presenza, le sue istanze politiche, la sua energia magnetica e complicata che è alla base di lavori diventati un simbolo come "The Ballad of Sexual Dependency" oppure la straordinaria e devastante opera che chiude la mostra nello spazio del Cubo di HangarBicocca, "Sister, Saints, Sibyls", installazione dedicata alla sorella maggiore ricoverata in un ospedale psichiatrico da adolescente e poi suicidatasi a 18 anni. Ed è una storia che riguarda anche noi, nelle nostre più profonde relazioni.

"Le mie due opere preferite - ha detto Nan Goldin presentando la mostra - sono 'Memory Lost', che riguarda la vita vissuta attraverso la dipendenza dalle droghe e ci parla di quandoi il mondo assomiglia a un punto oscuro, e poi c'è un nuovo lavoro sugli animali. In fondo è un'opera che parla di un mondo senza le persone, un modo preso solo dalle altre specie. Che poi è quello che desidero per il futuro".

La sensazione è che la mostra, in qualche modo, non ci lasci scampo, ci costringa a fare i conti con le storie, ma soprattutto ci metta di fronte al fatto che anche un'esposizione sostanzialmente di opere video può avere una fortissima componente di presenza fisica, una corporeità che ci coinvolge e riguarda nel profondo. E ci lascia, nella molteplicità delle reazioni possibili, con la certezza che Nan Goldin, in ogni caso, sia un'artista imprescindibile.

La mostra "This will not end well" è organizzata dal museo di Pirelli con il Moderna Museet di Stoccolma, lo Stedelijk Museum di Amsterdam, la Neue Nationalgalerie di Berlino e il Gran Palais di Parigi.