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Giuseppe Conte, patto sovranista con Visegrad: così fa saltare l'inciucio sulle nomine Ue

Non è stata trovata l'intesa sulle nomine e il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk "ha sospeso" il summit e lo ha riconvocato per martedì 2 luglio. Secondo quanto si apprende da fonti diplomatiche, i capi di Stato e di governo dell'Ue avrebbero cercato di trovare un accordo su un "pacchetto" diverso da quello proposto inizialmente, che prevede il laburista olandese Frans Timmermans come presidente della Commissione, la bulgara Kristalina Georgieva (Ppe) al Consiglio Europeo, la danese Margrethe Vestager (Liberali) vicepresidente della Commissione, un liberale come Alto Rappresentante e la presidenza del Parlamento Europeo al tedesco Manfred Weber (Ppe).   Il pacchetto di Osaka mi ha lasciato molto perplesso. È la ragione per cui ci siamo subito mossi per esprimere queste perplessità. Ci siamo ritrovati in 10, 11 Paesi", ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al termine del Consiglio europeo sulle nomine, a Bruxelles, spiegando che "l'Italia non può accettare questo pacchetto precostituito" nato altrove, perché elaborato un giorno prima del vertice del G20 al di là del mandato conferito a Tusk. "Niente di personale contro Timmermans", ha specificato Conte, "sono stato costretto a formulare delle riserve" per il metodo.  Leggi anche: "Scelgo io, ho le mani libere", Conte fa la voce grossa. Retroscena: altissima tensione con Salvini sull'Europa Tra i leader nazionali che si sono espressi contro lo "schema Osaka" del solito asse franco-tedesco c'è il gruppo di Visegrad,   il primo ministro bulgaro Boyko Borisov, il croato Andrej Plenković, il primo ministro ungherese Viktor Orbán e infine l'irlandese Leo Varadkar. Opposizione che, insieme alla Polonia, alla Romania e ad altri Paesi che avevano già espresso resistenza a Timmermans, ha messo i bastoni fra le ruote all'establishment europeo che vuole il socialista olandese presidente della Commissione Ue e Weber presidente del Parlamento europeo.

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