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Monti: "Con lo Statuto dei lavoratori meno occupazione"

Andrea Tempestini
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  Il premier Mario Monti torna all'attacco dell'articolo 18: "Alcune disposizioni dello Statuto dei lavoratori, ispirate a un intento nobile di difendere i lavoratori, hanno determinato un'insufficiente creazione di posti di lavoro". Così il premier in un'intervento in teleconferenza al XXVI Convegno della Società Italiana di Scienza Politica all'Università Roma Tre. Appare chiaro il riferimento all'articolo 18, alla norma che paralizza il mercato del lavoro italiani in uscita e, di conseguenza, anche in entrata. L'intervento a gamba tesa di Monti è arrivato nei giorni in cui Nichi Vendola e Antonio Di Pietro hanno depositato le firme per chiedere il ripristino in toto dell'articolo 18 stesso, lievemente depotenziato dalla riforma del lavoro firmata da Elsa Fornero. Una sfida, quella lanciata dal premier alla sinistra. Un appello: ora basta difendere a oltranza l'articolo 18. L'affondo sullo Statuto - Monti è poi tornato ad attaccare la politica del passato: "Certe decisioni si sono rivelate poco efficaci. Alcuni dei danni maggiori arrecati al Paese - ha premesso - sono derivati dalla speranza di fare bene anche dal punto di vista etico, civile e sociali, ma con decisioni politiche che spesso non erano caratterizzate da pragmatismo e valutazione degli effetti". Quindi l'affondo sullo Statuto dei lavoratori: "Certe disposizioni intese a tutelare le parti deboli nei rapporti economici - ha rimarcato il presidente del Consiglio - hanno finito, impattando sul gioco del mercato, per danneggiare le stesse parti deboli che intendevano favorire". E affermando questo Monti ha chiarito che il riferimento è da applicarsi "anche a certe disposizioni dello Statuto dei lavoratori". "L'Italia paga prezzi alti" - Il premier, dopo che nei giorni scorsi aveva ammesso che l'operato dell'esecutivo ha contirbuito ad aggravare la recessione, ha dichiarato: "E' verissimo che per evitare il tracollo finanziario dell'Italia questo governo ha imposto provvedimenti che hanno portato e stanno portando prezzi alti". Poi la "lisciata" ai partiti politici che questi "prezzi alti" li hanno accettati con il loro voto in Parlamento: "Hanno dato alta prova di senso di responsabilità - ha ribadito il Professore -. Se c'è un aspetto di cui sono orgoglioso è che siamo riusciti a far inizialmente cooperare e a far parlare tra loro partiti che si erano combattuti aspramente, qualche volta incivilmente fino al giorno prima".  

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