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Borse, rimbalzo fallito: dopo la giornata nera di ieri, ancora ribassi

Andrea Tempestini
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Dopo il bagno di sangue della vigilia, il rimbalzo non è riuscito: quella di oggi è stata una nuova giornata di passione a Piazza Affari. I dati definitivi vedono il Ftse Mib chiudere con un ribasso dell'1,21%, dopo che, intorno alle 12, l'indice era scivolato del 3,54%, dopo aver perso il 4,4% nella giornata di ieri. Il valore dell'indice, nel finale di giornata, è tornato sopra i 18 mila punti (18.083). Anche gli altri indici europei più importanti hanno rimontato verso la chiusura della contrattazioni, ma il saldo si è mantenuto quasi ovunque negativo: Parigi ha ceduto lo 0,5%, Londra lo 0,25% e Madrid l'1,72%. Solo Francoforte ha chiuso in aumento (+0,1%). Male anche Wall Street, tuttora in ribasso di circa un punto percentuale. Vendite - Il nuovo crollo arriva a poche ore dal varo della manovra finanziaria di Matteo Renzi, una manovra con la quale il premier sfida l'Europa, una manovra con la quale, secondo diversi analisti finanziari, rischia di esporsi alla furia dei mercati, pronti a punire nuovamente il Belpaese che si ribella ai vincoli di Bruxelles e, in parallelo, inasprisce il regime impositivo sulle rendite finanziarie. Mentre Piazza Affari crollava, Renzi spiegava che dalle difficoltà economiche che attraversano l'Europa "o si esce tutti insieme o la crisi sui mercati internazionali non avrà vincitori". E ancora: "Faremo di tutto perché l'Italia sia sempre più attrattiva per gli investitori esteri". Parole quasi grottesche nel momento in cui Piazza Affari veniva travolta da un'ondata di vendite e lo spread schizzava a 203 punti base rispetto al Bund tedesco, tornato ad attrarre capitali in qualità di bene rifugio. Lo spread nel giro di tre ore è salito di quasi 40 punti base, riposizionandosi sui massimi da otto mesi a questa parte. Nel corso della giornata, lo spread è poi sceso fino ai 172 punti base di chiusura. Migrazioni - Malissimo i titoli bancari: Montepaschi ha ceduto addirittura l'8,71%. Banco Popolare ha ceduto lo 0,47%, Popolare di Milano il 4,85%, Intesa SanPaolo l'1,12%, Mediobanca lo 0,90%, Unicredit il 3,03%, Ubi Banca il 3,20%. Dopo i 20 miliardi di capitalizzazione persi ieri (276 miliardi in tutta Europa) quello di oggi è stato un bis: soldi che non vengono "bruciati", come si usa scrivere, ma che vengono invece dirottati verso lidi più sicuri quali i titoli di Stato tedeschi o americani o oppure ancora la yen, la valuta straniera ad oggi considerata più sicura. In parallelo, indice della scarsa fiducia verso la ripresa globale, continua la discesa del petrolio, che quota circa 80 dollari al barile. Alcuni osservatori, oltre al "virus Grecia" e alla manovra italiana, tra le cause del tonfo indicano anche la tensione aggiunta dall'epidemia di ebola.

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