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L'allarme del Wall Street Journal:"Letta vi porterà al cimitero"

Enrico Letta visto da Benny

Il quotidiano economico americano durissimo sul governo: "Ha portato la stabilità, ma nessuna riforma. Finirà come Monti"

Matteo Legnani
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L'Italia rischia di finire al cimitero. E a dirlo non sono un Renato Brunetta o un Beppe Grillo. Ma una delle bibbie economiche del pianeta, il Wall Street Journal. Il quotidiano economico americano, in un lungo articolo, analizza lo scenario politico-economico del nostro Paese alla vigilia dell'approvazione della Legge di stabilità e a due settimane dalle primarie che con ogni probabilità incoroneranno Matteo Renzi segretario del Partito democratico, aziosista di maggioranza del governo delle (ex) larghe intese con l'ormai prossimo passaggio all'opposizione di Forza Italia. L'Italia, spiega il WSJ, è il Paese che "ha fatto più progressi di ogni altro nel ripianare il proprio bilancio", ma ora ha bisogno di riforme che l'attuale governo non riesce a portare avanti perché "appare paralizzato". Ora si aprono tre scenari: il primo è quello di un governo "senza catene" in grado di lanciare le riforme; il secondo è che il successo di Matteo Renzi alle primarie del Pd costringa il governo Letta "ad accettare nuove elezioni per arrivare ad un governo di maggioranza" che possa agire con maggiore autonomia; il terzo è che Renzi non riesca a "soppiantare" Letta, che ha "il sostegno parlamentare del proprio partito e del capo dello Stato Giorgio Napolitano", e che i due vengano trascinati "nella loro amara rivalità" portando a un nuovo stallo politico. E' quest'ultima la "prospettiva seriamente allarmante" paventata dal WSJ: quella di un governo Letta che duri fino al 2015 inoltrato ponendosi come unico traguardo la stabilità e l'equilibrio dei conti: "Non sorprende che molti italiani temano che la stabilità che offre Letta si scopra essere quella di un cimitero. E molti tra i maggiori imprenditori sono convinti che le larghe intese abbiano tentato poco e ottenuto ancora meno". Il quotidiano finanziario americano ripercorre le tappe dell'esecutivo larghe intese e ne traccia un bilancio severo. "Sono passati sette mesi da quando Enrico Letta è diventato premier e l'unico risultato apprezzabile è il calo degli interessi sui titoli a dieci anni del Tesoro e lo spread con i bund tedeschi". Ma il bilancio 2014 è deludente e "in privato lo sanno anche i ministri": su 800 miliardi di spese sono riusciti a tagliarne "solo 2,5 miliardi"  e il Paese ha le tasse "più alte dell'Eurozona". La coalizione, prosegue il WSJ, non mostra "alcun desiderio serio di riforma". E rischia di fare come l'esecutivo tecnico di Mario Monti che dallo zelo dei primi tempi si è "impantanato nella sabbia".

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