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Cesare Battisti: "Non voglio tornare in Italia, morire in carcere"

Benedetta Vitetta
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Sentendosi ormai braccato, Cesare Battisti decide di giocarsi la sua ultima carta appellandosi direttamente al presidente del Brasile, Michel Temer: "Non so su cosa si voglia basare il gabinetto giuridico della presidenza perchè io possa essere estradato. Non so se il Brasile voglia macchiarsi sapendo che il governo e i media hanno creato questo mostro in Italia. Mi consegneranno alla morte", ha affermato l'ex terrorista dei Pac. Questo l'appello che l'ex terrorista ha consegnato al quotidiano "Estadao de S.Paulo". Battisti, che nega la tentata fuga in Bolivia, ha anche ripetuto che il suo arresto, a Corumbà, nello Stato del Mato Grosso del Sud, la scorsa settimana, è stata una montatura.  Temer, orientato per l'estradizione, avrebbe già ricevuto l'assenso di due ministeri - Giustizia ed Esteri - sulla decisione di rivedere lo status di rifugiato politico concesso a Battisti dal governo dell'ex presidente Inacio Lula da Silva, ma attende che la Corte Suprema decida. La difesa di Battisti ha già detto che si attende che Temer rispetti le regole e non proceda all'estradizione. "La revisione della decisione presidenziale è impossibile a cause del lasso di tempo e del fatto che non esiste alcun difetto nella conclusione finale, come riconosciuto dallo stesso Tribunale supremo federale", hanno affermato i legali. Tra l'altro, come ha aggiunto l'avvocato Igor Tamasauskas, "la difesa ritiene indispensabile il suo parere prima di qualsiasi procedimento volto a riaprire il dibattito sulla sua estradizione". "E Battisti non è stato neppure convocato per questo". Intanto, la polizia federale brasiliana sta "monitorando ogni passo" di Cesare Battisti, da quando l'ex terrorista ha ottenuto la libertà provvisoria. Gli agenti hanno ricevuto l'ordine di fotografare la casa di Cananeia, sul lungomare di San Paolo, dove l'italiano ha dichiarato di aver stabilito la propria residenza, per confermare la sua presenza sul posto. La notizia potrebbe far pensare a una sua possibile e vicina estradizione. Tesi tra l'altro confermata anche dal giudice Gilmar Mendes. "Battisti può essere tranquillamente estradato" ha affermato il giudice che nel 2009 seguì il caso dell'ex militante dei Pac con un doppio incarico (presidente della Corte suprema brasiliana, Stf, e relatore di uno dei due casi riguardanti l'italiano) e oggi ancora membro del massimo organo giudiziario del Brasile. Sulla richiesta preventiva della difesa di Battisti di habeas corpus (contro la limitazione delle libertà personali) "non è ancora stato deciso nulla", ha spiegato. "Il caso è affidato al giudice della corte Luiz Fux, che però non si è manifestato". "Come esistono dei gruppi di sinistra che furono decisivi per la permanenza di Battisti, così esiste una maggioranza silenziosa favorevole alla sua estradizione. Se il presidente dovesse concedere l'estradizione, avrebbe un ampio sostegno da parte della popolazione" e non ci sarebbe "nessun impedimento" di tipo giuridico" ha aggiunto il giudice in un'intervista al Messaggero, "il governo deve rivedere la decisione di Lula, non quella della Corte, che si è già pronunciata a favore. Bisognerebbe sottomettere nuovamente la richiesta al presidente Temer, ma immagino che le autorità italiane l'abbiano già fatto". Mendes sottolinea che Temer può modificare la decisione di Lula, "anche perché l'atto che autorizza l'estradizione di Battisti continua ad essere in vigore". Infine, il giudice ha respinto anche l'ipotesi che il recente reato di Battisti interferisca con una possibile estradizione: "È sufficiente che il presidente lo esenti dal rispondere al processo, determinando la sua consegna allo stato italiano". Anche il fatto che Battisti sia sposato con una brasiliana e abbia un figlio a carico "non è un impedimento, abbiamo una giurisprudenza robusta a riguardo", dice Mendes. Nel frattempo, dai media brasiliani, si apprende che il presidente brasiliano Temer ha cancellato lo status di rifugiato a Battisti e gli avrebbe anche revocato il permesso di soggiorno. L'ex militante dei Pac, insomma, al momento si troverebbe senza alcun tipo di protezione giudiziaria. 

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