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Friuli, vogliono far vestire il bimbo da bimba: il papà protesta, figlio escluso dall'asilo

Sara Gurnari
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Il papà chiede chiarimenti sul gioco gender e l'asilo depenna il bambino. L'iniziativa di un istituto friulano aveva il chiaro intento di aprire le porte alla rivoluzione gender. "Vestire i maschietti di rosa e le femminucce d'azzurro, raccontare che in famiglia si può essere anche di più colori e che si può avere due mamma e due papà", così il comune di Trieste e il ministero dell'istruzione lo avevano dipinto come un progetto che aiutava a combattere stereotipi e problemi di bullismo. Il Gioco del rispetto, è stato attuato in decine di scuola dell'infanzia del Friuli Venezia Giulia. Senza però l'accordo dei genitori che non avevano mai creduto alle rassicurazioni dispensate dai vari rappresentati del progetto. Dopo una riunione che l'ha visti firmare per il no, si sono armati di striscioni e sono andati a protestare, alcuni giorni fa, in consiglio regionale per riprendersi il "diritto di educare i nostri figli". La polemica - La storia trova le sue radici nella scorsa primavera, quando il Gioco del rispetto è stato introdotto per la prima volta all'asilo Cuccioli di Trieste. Amedeo Rossetti, il papà di un bimbo che frequentava la scuola dell'infanzia, la mattina del debutto ritira il figlioletto in polemica con la scuola, accusati di non aver informato le famiglie. Così sceglie un percorso alternativo e l'anno successivo riscrive il figlio, ma prima di procedere, chiese di sapere nel dettaglio il programmo formativo, per evitare di ritrovarsi davanti ad un "gioco di genere". Ma il documento arriva solo a fine ottobre, ad anno già iniziato. Papà Rossetti nota che nel programma il giochino non risulta e che le sue curiosità vengono saziate con risposte elusive . Tra botta e risposta, il tempo è passato e a novembre il piccolo è ancora a casa. Ma la sorpresa arriva dalla scuola. L'asilo decide di depennare il bambino, riferisce Rossetti, perché assente. L'episodio sembra essere solo la punta dell'iceberg della drammatica situazione, come riporta il Giornale. Ma Amedeo Rossetti ci tiene a riunire tutti i genitori affinché -dice- aprano gli occhi. Ciò che preoccupa principalmente il papà del bambino è che "le istituzioni stiano deliberatamente strappando alle famiglie il diritto di trasmettere ai figli i valori e l'educauzione...", aggiunge, "Io mi sono opposto perché non consideravo sano quel progetto per mio figlio".

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