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Letta a Milano per l'Expo 2015Il sindaco Pisapia balbetta:"Lavori fermi perchè ha piovuto"

Puntata-lampo del premier nel capoluogo lombardo: "Esposizione sarà punto focale dell'azione del governo". Ma con lui non c'era Saccomanni

Matteo Legnani
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di Matteo Legnani Già, c'è anche l'Expo. Preso dall'Imu, dall'Iva, dai 6 miliardi da trovare in pochi giorni e dal rigore Ue, il premier Enrico Letta ha fatto questa mattina un "salto" a Milano (con volo di linea) per fare il punto della situazione sull'Esposizione universale prevista nel capoluogo lombardo tra meno di due anni. Un evento che tutti, o quasi, si sarebbero risparmiati se, cinque anni fa, avessero saputo della crisi nera che avrebbe investito di lì a poco il nostro paese. L'allora sindaco Letizia Moratti soddisfò così la sua smania di grandeur. E ora che lei in politica non c'è più, le gatte se le trovano da pelare gli altri. Il sito che dovrà ospitare l'evento mondiale dalla primavera 2015 è oggi una grande distesa incolta con qualche mucchio di terra, qualche buco e ruspe qua e là. Insomma, non si è fatta ancora nemmeno una cabina telefonica. Un ritardo per il quale il sindaco Giuliano Pisapia ha dato stamane al premier Enrico Letta una spiegazione surreale: la pioggia. "Ci sono stati ben 67 giorni di pioggia quest'inverno a Milano. E ciò ha impedito di intervenire". Al suo fianco il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi (milanese) faceva finta di niente, il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni qua e là sorrideva e ridacchiava per tener su il morale alla truppa, mentre la ministra all'Agricoltura (che sarà il tema portante - molto high tech - dell'Expo) Nunzia De Girolamo appariva ancora poco nel ruolo. Al tavolo anche il ministro della Cultura Massimo Bray e il commissario unico di Expo Maurizio Sala (defenestrato Formigoni). Assente, invece, e la cosa è curiosa visto che Expo ha e avrà bisogno di fondi, il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni. Da Letta un breve, anzi brevissimo, discorso, per dire che l'Expo sarà "un punto cardinale dell'azione di governo". Magari un puntino. Poche parole e poi via di corsa a Roma. Bisogna pensare all'Imu, all'Iva, all'Europa, alla manovra da sei miliardi. Expo può attendere.

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