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L'esproprio della casa diventa legge

La Camera dà ai prefetti il potere di impedire gli sfratti. Niente Imu sulle abitazioni cedute ai figli

Nicoletta Orlandi Posti
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Ha vinto la logica dei numeri, secondo la quale nell'aula di Montecitorio, grazie al maxipremio concesso dal deprecato Porcellum, Pd e Sel controllano il 55% dei deputati. È questa maggioranza di sinistra che ieri ha votato per rendere legale l'esproprio proletario ai danni dei proprietari di immobili.  In gergo tecnico si chiama «graduazione amministrativa degli sfratti»: in pratica, gli inquilini morosi per i quali il giudice ha stabilito lo sfratto potranno restare nell'appartamento affittato senza alcun onere a loro carico, e senza che il proprietario dell'abitazione ottenga alcun compenso economico. Se il prefetto, infatti, giudicherà rilevante il disagio sociale degli inquilini, potrà bloccare la procedura di sfratto e impedire il ritorno dell'appartamento nelle mani del proprietario. Come stabilisce il nuovo testo del decreto Imu (modificato in questo senso in commissione e votato ieri dall'assemblea), «le prefetture-uffici territoriali del Governo adottano misure di graduazione programmata dell'intervento della forza pubblica nell'esecuzione dei provvedimenti di sfratto». Alla faccia della separazione dei poteri (in questo modo il governo invade il campo della magistratura) e della tutela della proprietà privata: due principi sanciti dalla Costituzione. Nessuna compensazione per il proprietario gabbato:  al momento nessuna norma stabilisce infatti che il fondo destinato ai cosiddetti «inquilini morosi incolpevoli», dotato di una dotazione annuale pari a 20 milioni di euro, sia usato per risarcire, almeno parzialmente, il titolare dell'immobile.  Il voto di ieri segna un'altra frattura nella già sconquassata coalizione di governo: il Pd ha votato insieme ai suoi vecchi alleati di Sinistra e libertà (persino i grillini si sono schierati con il centrodestra) e il Pdl, tramite il capogruppo Renato Brunetta, annuncia battaglia nell'altro ramo del Parlamento: «Il voto, a maggioranza di sinistra, che consente ai prefetti di bloccare procedure di sfratto, nonostante una decisione del giudice, lede gravemente il diritto di proprietà e apre una valanga di ricorsi e contenziosi. Non è una scelta accettabile. Occorre certamente modificare questa enormità al Senato».  Lo stesso governo peraltro, durante la votazione del decreto, è stato battuto: è passato infatti un emendamento, al quale l'esecutivo era contrario, che consentirà ai Comuni di esentare dall'Imu le case cedute in comodato d'uso ai parenti di primo grado (ai figli, in sostanza) che le usano come prima abitazione. Sul piede di guerra Confedilizia: secondo la principale associazione di rappresentanza dei proprietari di immobili «prevedere una graduazione amministrativa degli sfratti, senza limiti e senza criteri, che si assomma a quella già prevista in capo all'Autorità giudiziaria, rappresenta un ulteriore, grave scoraggiamento dell'affitto». di Fausto Carioti

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