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Riforma delle pensioni, lo "scherzetto" del governo: quando faranno la macelleria sociale in stile Fornero

Giulio Bucchi
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La riforma delle pensioni slitta, ma non è una buona notizia, anzi. È la prova che la nuova macelleria sociale sulla previdenza, roba da far impallidire Elsa Fornero, arriverà e sarà devastante. Meglio varare la nuova legge, però, dopo le elezioni, quando ci saranno almeno 5 anni per scontare la prevedibile vendetta elettorale dei contribuenti italiani che verranno massacrati sull'altare dei conti dell Stato.  In ballo c'è l'aumento dell' tà pensionabile, che nel 2019 dovrebbe salire di altri cinque mesi per arrivare a 67 anni tondi. Il ragionamento nella maggioranza e dentro il Pd è semplice: deciderà il prossimo governo, nella speranza che a Palazzo Chigi possa esserci un premier di solidarietà nazionale e la responsabilità della mazzata venga così condivisa tra vari partiti. Per il rinvio però servirà una legge che lo preveda, magari un emendamento parlamentare alla prossima legge di Bilancio. L'ennesima norma-ponte, insomma. Allo studio ci sono anche ipotesi più morbide, a cominciare da un aumento più contenuto (66 anni e 10 mesi) per tutti o lo stop all'aumento automatico per chi svolge attività gravose, tra cui vengono considerate anche le maestre d'asilo e gli infermieri. A premere però per rispettare la scadenza naturale dell'adeguamento, il 30 novembre, è proprio il ministro dell'Economia Piercarlo Padoan, che vorrebbe usare l'argomento-pensioni per convincere gli euro-falchi di Bruxelles a fare qualche sconto su altre voci del bilancio.

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