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Feltri, ecco perché nessuno vincerà le elezioni e tornare a votare non servirà a nulla

Giovanni Ruggiero
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Paolo Mieli sul Corriere della Sera ha scritto un ponderoso articolo per dimostrare che probabilmente le prossime elezioni politiche non forniranno al Paese una maggioranza stabile capace di esprimere un governo duraturo. Ha ragione. A meno che dalle urne non esca un miracolo che dia a un partito voti a sufficienza per menare il torrone. Non sarà così, almeno esaminando gli attuali sondaggi. Che spesso sbagliano previsioni, ma sono indicativi delle tendenze in atto. Ciò che sorprende è che, nonostante le incertezze a cui siamo di fronte, ogni coalizione e ogni singola forza si esprimono con la sicumera di chi ha già vinto le consultazioni. Il Pd di Renzi non ha dubbi: crede di avere in tasca il primato. Il centrodestra idem: i berlusconiani, vedendo Silvio spadroneggiare sulle Tv, sono persuasi di rinascere e pensano addirittura di essere pronti ad entrare a Palazzo Chigi. Non parliamo dei Cinque Stelle dello spocchioso Di Maio, che predica tutti i dì come fosse De Gaulle e si immagina investito della carica di presidente del Consiglio, una sorta di redentore proveniente dalle scuole serali frequentate male. Poi rimangono le terze e quarte gambe nonché alcune zampe, tra cui spiccano gli illusi di Grasso ossia Liberi e Uguali, talmente presuntuosi da puntare alla rinascita del Rosso Antico, un comunismo straccione e sbracato esistente solo nelle menti allucinate della sinistra di risulta. Leggi anche: Feltri massacra Fini: "Che figura di m***, ecco cosa gli succederà" La specialità dei leader e dei leaderini è fare i conti senza l' oste. Avanzano lancia in resta e non sanno dove andare né con chi. Il Pd si è autodistrutto per volere dei nostalgici di Botteghe Oscure, che hanno demolito i democratici in odio al giovane fiorentino. Invece di aiutare il segretario a fare meno cazzate hanno commesso la grande cazzata di seppellirlo insieme con l' intera compagnia progressista. Quelli di Forza Italia si sono rinvigoriti grazie all' immortale Cavaliere, però non hanno realizzato che privi di Salvini e della Meloni valgono meno del 20 per cento, pertanto sono tributari della Lega e dei Fratelli d' Italia, in assenza dei quali valgono poco. E allora? Il gioco delle alleanze sarà fondamentale. Noi vediamo solo ostacoli. Mettiamo che il Pd e i destrorsi, dinanzi alla impossibilità di costituire una maggioranza, si rassegnino a "sposarsi". È una ipotesi e null' altro. Siamo sicuri che Salvini sia disponibile ad apparentarsi col bordello di Renzi? Quale programma un esecutivo così ibrido presenterebbe allo scopo di intortare il Carroccio, notoriamente ostile alla immigrazione, all' euro, alla legge Fornero, alla marmellata europea eccetera? La prospettiva di un accordo del tipo supposto non è realistica. Altra soluzione non sarebbe adottabile. Un apparentamento tra Cinque Stelle e Pd? Leggi anche: Feltri sulle donne: "Volete guadagnare di più? Dovete fare solo una cosa" Dal punto di vista numerico la congettura sta in piedi, ma casca sul piano concreto. I due gruppi si odiano perché pescano consensi sul medesimo terreno elettorale. Hanno idee inconciliabili. Non si combinerà un matrimonio, ci si fermerà a un disperato corteggiamento destinato a un nulla di fatto. E siamo al campo delle cinque pertiche, come dicevano i vecchi montanari orobici. Mancano i presupposti logici per creare una base su cui costruire una pur fragile e provvisoria maggioranza. Cosicché dopo lo spoglio di marzo, scopriremo che non saremo capaci, per questioni aritmetiche e ideali, di darci un governo. Pur di non rivotare, il presidente della Repubblica Mattarella farà i salti mortali col rischio di rompersi l' osso del collo. Egli proverà ad esercitare l' arte dell' alchimia politica, escogiterà un esecutivo tecnico o altre simili fregnacce, e alla fine sarà costretto ad arrendersi all' evidenza: l' Italia si è ridotta a un casino infernale. La via d' uscita sarà una seconda elezione da cui non sortirà un tubo. di Vittorio Feltri

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