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Spending review, Moretti: "Renzi saprà convincermi"

Nicoletta Orlandi Posti
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"Sono sicuro che Renzi saprà convincermi". Mauro Moretti, l'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, torna a parlare della spending review del governo che prevede una riduzione dei compensi dei super manager del 25%. "Aspetto la proposta del premier, poi farò le mie valutazioni", ha detto nel corso di una conferenza stampa dopo la presentazione del piano industriale 2014-2017. In ogni caso, ha sottolineato Moretti, "da quando sono stato messo in questo posto ho solo ricevuto riduzioni di stipendio, credo di essere l'unico". Per Moretti "la leva fondamentale di un'azienda è quella retributiva: non possiamo banalizzarla. L'azienda - ha concluso l'ad - non è mia: sarebbe un peccato che un'azienda sull'orlo del fallimento tornasse indietro, che è un peccato, per il contribuente". Il mandato finisce nel 2015 - L'amministratore delegato di Ferrovie non smentisce, né conferma di aver ricevuto altre proposte di ingaggio: "Ho fiducia in Renzi: io non ho mai detto che vado in Germania o Francia; sono molto italiano, lavoro per un'azienda italiana e vorrei continuare a farlo". "Considero che abbia ragione Renzi quando dice che un po' di precarietà bisogna darla, in modo che sia da stimolo a confermare le proprie posizioni". Moretti ha comunque ricordato che "il mio mandato è triennale, finisce nel 2015 e poi si vedrà". "Non poltriamo negli uffici" - Il super managar ricorda che “nel 2006 nessuno voleva fare l'amministratore delegato di Fs. Questa è una storia di fatica, non di giochetti per prendere mezzo minuto di scena”. Il riferimento è alle critiche che gli sono arrivate da Diego Della Valle. Quanto al carico di lavoro che viene richiesto ai manager Moretti è categorico: "Noi non stiamo a poltrire negli uffici e il nostro è il lavoro più duro che si possa pensare in Italia e nel mondo. Ho conosciuto tanti ex amministratori delegati e tutti mi hanno detto che una realtà industriale così dura, complessa e difficile non l'avevano mai vista". E ancora: “Noi non temiamo di essere misurati sui risultati, anzi lo chiediamo: così come, però, chiediamo che i risultati siano misurati tutti perchè sulle chiacchiere non si misura nessuno”.

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