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Ferrara: contro l'Islam, una violenza incomparabilmente superiore

Lucia Esposito
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Un editoriale durissimo e intenso quello di Giuliano Ferrara contro l'Islam. L'elefantino usa parole forti e chiare. Per Ferrara non ci sono dubbi: "L'unica risposta è una violenza incomparabilmente superiore". Scrive. "Guerra al terrore o al terrorismo va bene se è per il marketing politico, ma nella definizione, peraltro respinta dai riluttanti e dagli umanitari in quanto espressione bellicista sta un equivoco colossale". Ferrara ricorda come, diversi anni fa, il Foglio pubblicò "come un Caravaggio la testa mozzata di Nick Berg" e raccontò la storia di Daniel Pearl, "decollati entrambi in nome del Misericordioso, ma è un sospetto scorretto, una verità intollerabile: è questa una guerra di religione, della cui ferocia ultimativa e coesiva, appunto religiosa, solo un fronte è consapevole, il loro. La madre dell'ultimo reporter ucciso in nome della giustizia divina si dice convinta che l'Islam è stato tradito quando su ordine di un Califfo uno sgherro occidentale tutto vestito di nero, stufo probabilmente di fare il dj, ha impugnato la lema e ha tolto dal busto il collo di un figliolo d'Occidente e niente è proibito a una mamma addolorata e trafitta senza pietà nell'amore che solo è suo. Ma sappiamo che non è così. E' ideologico esorcizzare il rito del nemico, provare a diminuirlo, essere ciechi di fronte alla carabura feroce di bene in cui si specchia il nostro feroce male".  Violenza maggiore - La conclusione di Giuliano Ferrara non lascia spazio al dibattito: "So di dire qualcosa di sconcertante, ma non si risponde a questa altezza di sfida e a questa brutalità santificante con lo stato di diritto, con un'idea di polizia internazionale, con la denuncia della violenza; l'unica risposta è una violenza incomparabilmente superiore. 

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