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Giancarlo Magalli: "Ho vinto alle Quirinarie, ma il Fatto si vergogna e vuole che mi ritiri"

Lucia Esposito
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"Stasera entro a teatro con l'Inno d'Italia". Giancarlo Magalli è già perfettamente entrato nei panni del presidente della Repubblica: «Mi hanno telefonato i giornali, le tv, mi vogliono Vespa, Floris, Agorà. Ma che ci vado a fare?, mica sarò davvero il presidente». Il conduttore è divertito e anche lusingato per la valanga di voti alle Quirinarie del Fatto, il sondaggione del web in cui è più acclamato di tutti i candidati «seri». Il fatto che sia stato incoronato dal web davanti a Rodotà, Prodi e Bonino, per i fan di Magalli non è poi così strano: i suoi estimatori sanno che è l'idolo dei giovani, che gruppi satirici come i The Pills e The Jackall fanno a gara per averlo con loro, che a lui sono dedicate decine di pagine Facebook, tra le quali alcune davvero surreali come quella Magalli nelle cose e Ma quanto ca…o è bello Magalli. Lui è il primo che ci ride su, che trova buffo che un sondaggio politico su un tema così cruciale finisca quasi in barzelletta. Ma anche le barzellette possono insegnare qualcosa. Non ci fa nemmeno un pensierino…? «No! Mica mi sono candidato. Siamo seri. Certo, ci sono persone che mi scrivono: io ti ho votato perché davvero voglio che tu sia il mio presidente della Repubblica. Comunque questo risultato è importante perché dà l'indicazione del fatto che ai giovani non piacciono i nomi che si fanno. I politici devono capire che questa valanga di voti non sono per mettere me, ma per togliere loro». Ha sentito quelli del Fatto? «Eh sì. Mi hanno chiamato chiedendomi, con simpatia, se per caso non mi fosse andato di ritirarmi, visto che ormai la bella figura l'avevo fatta, per tornare a fare del sondaggio una cosa verosimile. Io ho detto di no per rispetto delle persone che hanno fatto tanto per votarmi». Ha dei fan irresistibili. «E c'è di più. Ogni tanto il sito del Fatto oscura i risultati per un minuto, giusto per aggiornare i dati. Apriti cielo. Subito arrivano decine di messaggi di protesta: “Magalli censurato”, il Fatto oscura i risultati”, eccetera». Perché è tanto amato dal web (e non solo)? «Ho un'ironia cattivella che piace ai giovani. Anche se in tv faccio programmi per anziani». Perché da Vespa e Floris non ci va? «E che ci vado a fare? A parlare come non-candidato? Davvero, questa manifestazione di affetto mi commuove, ma della politica si deve parlare con rispetto e competenza». Lei chi voterebbe come presidente? «Rodotà, sono stato in piazza per lui. Un uomo corretto e di conoscenza. Gli altri mi fanno orrore». Chi? «Non faccio nomi. La quasi totalità». Ferdinando Imposimato è secondo dietro di lei e Rodotà. «Un bravo giudice, spesso ospite da me». Zagrebelski terzo. «Lo conosco poco. Mi colpisce questa preferenza per i giuristi. Forse perché siamo nel Paese dell'anti-giustizia più che dell'ingiustizia. Le leggi sono fatte apposta per violarle». Ci faccia sognare un attimo. Da presidente quali leggi non avrebbe firmato? «Tutte quelle che beneficiano una sola persona o una cerchia ristretta». Napolitano le è piaciuto? «Non mi è dispiaciuto, non capisco tanto livore. Ha fatto il possibile per tenere in piedi una governabilità». Ma lei Monti, Letta e Renzi li avrebbe chiamati a fare il premier? «Non ci è piaciuto nessuno finché non è arrivato quello dopo. Speriamo arrivi presto qualcuno che ci faccia rimpiangere Renzi». Lei è democristiano, vero? «Una definizione ai limiti della querela! Anni fa uno era o democristiano o comunista. Io non sono mai stato un esacerbato progressista ma nemmeno un democristiano conservatore. Ora sono disilluso. I politici oggi non sono amati». Ma quando sarà presidente lei… «Non me lo auguro». Alessandra Menzani  

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