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Giampaolo Pansa: "Dopo la morte di mio figlio Alessandro volevo suicidarmi. Solo l'amore per Adele me lo ha impedito"

Andrea Tempestini
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In occasione dell'uscita del suo ultimo libro (Uccidete il comandante bianco, Rizzoli, pp. 294, 20 euro), Giampaolo Pansa si racconta e racconta la sua fatica in un'intervista al Corriere della Sera. Ma non si parla soltanto del libro e di partigiani, bensì anche di politica. E del recente dramma subito da Pansa: la scomparsa del figlio Alessandro. Quando gli chiedono che effetto gli fa l'allarme anti-fascista cavalcato dalla sinistra in questi giorni, Pansa risponde tranchant: "Sono fesserie. Oggi il vero dramma è che abbiamo una classe politica incompetente e pericolosa. Per questo stavolta non adnrò a votare. Sono preoccupato per chi ha figli. Io il mio l'ho perso tre mesi fa, per un infarto, a 55 anni. Solo l'amore per Adele (sua moglie, ndr) mi ha impedito di uccidermi". Leggi anche: Giampaolo Pansa, la straziante lettera al figlio morto

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